147 cironico. Codesto Crisobolo fu ancora più ampio dei precedenti, e i Veneziani in virtù de’ loro privilegi vennero a formare quasi uno Stato proprio in mezzo all’ impero (1). Intanto nuova Crociata predicavasi in Francia, ed i baroni, tra i quali Baldovino conte di Fiandra, Tebaldo conte di Troyes, Lodovico conte di Blois, raccoltisi a parlamento per deliberare sui modi più acconci a recare a buon termine la disegnata impresa, convennero essere sopra ogni altro opportuno il passaggio per mare a volgersi per 1’ occorrente naviglio ai Veneziani. Destinarono perciò a questi, ambasciatori : Goffredo di Villehardouin maresciallo di Sciampagna, che scrisse poi nel suo semplice stile la storia degli avvenimenti di questa Crociata ; Conone di Bethune, Alardo di Maquereaux, Milesio di Brabante, Giovanni di Friaise e Gualtieri di Goudonville (2). Giunti gli ambasciatori a Venezia al principio del 1201 ed ammessi alla presenza del doge, dissero : non esser lieve la cagione della loro venuta, ma gravissima ed importantissima, tanto alla cristianità in generale, quanto alla veneta repubblica in particolare : inviarli i baroni di Francia a chiedere 1’ assistenza di navigli nella impresa che voleano fare a sollievo dei fratelli di Terrasanta, di cui ogni di più crescevano le sofferenze e che molto pietosamente invocavano soccorsi : a ciò raccogliersi in Francia grande copia d’ armi, a ciò danari; ma le navi al passaggio sola Venezia poterle dare : essa potente in sul mare, essa ricca, essa in pace : ad essa quindi volgevansi i loro signori, e pregavanla non volesse venir meno alla fiducia che tutti in lei mettevano : essere ciascuna disposto ad affidare sè stesso, i suoi beni, le sue genti, alla saviezza, alla generosità veneziana, e di ciò presentavano a malleveria le lettere che seco recato ave- (1) Pacta I. (2) Michaud, 1. X, p. 93, ediz. ital.