304 Poco dopo arrivava Carlo d’Aiigiò, il quale, essendo Filippo tuttor ammalato, prese il comando dell’esercito e più volte sconfisse i Saraceni. Ma desideroso di concludere un trattato vantaggioso per poi tornarsene in Europa, desideroso altresì Filippo di andar ad assumere il governo della Francia, convennero col sultano di Tunisi in un accordo pel quale si pattuivano la restituzione dei prigionieri, la scambievole protezione dei sudditi, il libero esercizio della religione cattolica negli Stati del re di Tunisi e il pagamento di grossa somma per parte di questo. Fu una pace siffatta egualmente abborrita dai Cristiani e dai Musulmani, e ad aumento di sciagura perì nel ritorno per fiera burrasca gran parte della flotta con uomini, cavalli, equipaggi e tesori. Il re Filippo rientrò in Francia coll’ accompagnamento di cinque feretri della sua famiglia, cioè del padre, del re di Navarra e della sua moglie Isabella, del conte e della contessa di Poitiers. Tale esito sciagurato della crociata fece inclinare totalmente il papa a dare ascolto alle proposizioni del Paleo-logo, onde convocato un gran concilio a Lione nel 1274 v’ intervennero cinquecento vescovi, settanta abati e nfille altri ecclesiastici (1), oltre agli ambasciatori delle varie potenze cristiane, tra le quali la Repubblica fu rappresentata da Paolo Molin, Giovanni Cornaro e Pancrazio Malipie-ro (2) ; Michele Paleologo vi mandò Germano già patriarca di Costantinopoli, Giorgio Acropolita gran logoteta e storico, Teofane metropolitano di Nicea e primate di Biti-nia, Nicolò Panerete gran ciambellano o Giorgio Zinuchi. Dissero esser venuti a prestar obbedienza per la chiesa greca, e seppero ottenere pel loro imperatore la promessa che non sarebbe da Carlo molestato : anche i Veneziani aveano con (1) Murat., Ann. (2) Caroldo.