109 sudditi fino a Venezia soltanto e non più oltre (1) ; il che accennerebbe fin d’ allora ad una qualche specie di dominio sull’Adriatico. Infine veniva proveduto alla sicurezza dei legati, e concedeva 1’ imperatore ai Veneziani 1’ uso dei boschi e dei pascoli nei vicini territorii, con gravi pene a qualunque conte, marchese o principe dell’ impero che avesse osato contravvenirvi. A tanti vantaggi politici e commerciali altri si aggiungevano di spirituali, ottenuti da papa Alessandro. E prima di tutto egli prometteva ampie indulgenze a quelli che visitassero la chiesa di s. Marco, nella festa dell’Ascensione, nella sua vigilia o nei sette giorni susseguenti (2): consacrò tre chiese, cioè quella di s. Salvatore, riedificata dopo l’incendio, la cappella d’Ognissanti nel palazzo del patriarca, contigua alla chiesa di s. Silvestro a cui fu poscia unita, e la chiesa di santa Maria della Carità, alle quali tutte pur concedette ampie indulgenze (8); donò al doge la Rosa d’oro, conferì privilegii a varii monasteri (4) e chiese nelle vicinanze di Venezia e da questa dipendenti, nonché a certe possessioni dei frati di s. Salvatore (5). Falso è però che da un privilegio del papa a questa occasione del suo soggiorno in Venezia derivassero al doge il sigillo colla bolla di piombo che già vedemmo usata fino (1) Bipaticum autern et Quadragesimum Veneti det sedurti antiquam t consuetudinem. lpsi vero Veneti per totum imperiumet per totain terram quam vel nunc habemus vel in posterum auctore. Deo hainturi sumus: liberi sint ab ornili exatione et datione. et licentiam hcibeant homines ipsius ducis ambulandi per terrasseu per flumina totius imperii nostri. Similiter et nostri per mare usqve ad eos et non amplius. Pacta I, p. 8. Altro diploma si legge in Mon. Germ. hisl., t. IV, p. 161, tratto del Libro Albo, mese di settembre (17 ì. (2) Pacta /, 123. (3) Bolla papale. (4) Tra altri prese in protezione il monastero di S. Giorgio, Pacta I, 125. Confermò anche i confini di Loreo, Pacta I, p. 9. (5) Pacta /, 123.