Ili LA •* VECA *’ Ti castigo tradizionale u concretava nell’ordine urlato con 1 esasperante frequenza Ma a questo ora a quell'allievo: • Vada tulle barre' ». «Era una sequestrazione sull’alto dell'alberatura «piega La Bolina — che acquista crudezza dallo stato del tempo, dal frigore dell’acre, dalla violenza del vento *. Talvolta però si risolveva in modo traffico te qualche ragazzo, preso dal sonno e dalla stanchezza, in un attimo di abbandono perdeva l'equilibrio e precipitava a massacrarsi sulle tavole del ponte. E questa fu appunto la pietosa fine di un compagno di Umberto, destinata a restare come il primo indelebile ricordo del battesimo marinaro di Cagni: una vera martellata sul osare. Erano i primi giorni deH'imbarco: Cagni, punito, dovette salire sulle barre insieme al camerata Di Leva. Scherzarono lassù per qualche tempo, spavaldi: poi, alquanto sopiti, attesero silenzio« il momento della liberano«« che tardava. Ma d’un tratto Umberto vide Di Leva perdete l'equilibrio e rovinare giù a capofitto sul duro nitore del ponte. Preso da panico, si calò ansiosamente 6n laggiù dove, spingendo lo sguardo oltre il gruppo dei marinai accorsi a scstenere il morente fra le forti braccia, vide il caro ««Ito del compagno, pallido, immoto, rigato da un filo di sangue, gii occhi già vivaci e sorridenti ormai sbarrati in vitrea finità, per sempre. Soffri nel profondo quella prima visione della morte. E tanti, unti anni dopo, mentre la grande guerra infuriava sul mondo e nella immane tragedia delle genti gravi responsabilità pesavano su dì lui. l'amnaragfao Cagni scrisse a una figlia : i Lo ricordo anco*» come sr io avtSM sotto gli occhi in questo momento lo avevo quiacbri anni. Sono trentasette anni fa! F. poi sono passate tante cose nella vita, belle e bruite, «fi poca importanza ed importantissime, ma quel primo