41 triarca e dagli altri primarii della città con ogni dimostrazione d’ onore, e sciolto il voto, tra essi celebrò il Natale (1). Eccitato poi a qualche altra impresa, degna del nome suo e della sua gloria, rispose che a questo fine ei si era dalla patria partito e a questo fine recato con numerosa armata in quei lontani lidi, e che non avea niun’ altra cosa più gravemente a cuore oltre al desiderio di ajutare, sollevare, assicurare e aggrandire il dominio cristiano in quelle parti : che la pietà e la religione, le quali sempre aveano distinto i Veneziani, avrebbero colto con trasporto ogni occasione di dimostrarsi co’ fatti ; che infine essi sarebbero stati sempre pronti a concorrere con tutti i loro mezzi e colle loro forze all’ ingrandimento, alla potenza, alla gloria della cristiana repubblica. Nel consiglio di guerra tenuto a deliberare sulle future spedizioni, fu lungamente disputato se si avessero a volgere le forze all’ assedio di Tiro o di Ascalona : i Gerosolimitani, i Damasceni ed altri che abitavano le contrade intorno, con molte ragioni persuadevano doversi prima assalire Ascalona, il che sarebbesi fatto con maggiore facilità e minore spesa, per essere più vicina e poco fortificata ; all’ incontro quelli di Tolemaide, di Nazaret e gli abitanti delle marine sostenevano la necessità della presa di Tiro, dicendo che quando si fosse ottenuto quella principale, ricca e ben munita città, avrebbesi potuto conseguire con facilità il rimanente, siccome per l’opposito era a buon dritto da temere,' che quando i nemici tenessero lungamente Tiro, avrebbero sempre modo ed opportunità d’impadronirsi di nuovo di tutto il resto. La disputa si accalori per modo, che già degenerava in aperta dissensione, nè volendo alcuna delle due parti cedere, erasi per venire perfino alle armi. Allora fu chi propose di ricor- (1) Gugl. Tir. 0