222 netrando fin sotto le mura di Costantinopoli. Scrisse allora Giovanni promurosamente per soccorso ai Veneziani, i quali mandarono con venticinque navigli Marco Gussoni e Leonardo Quirini. Fu combattuto disperatamente : l’imperatore, fatta una temeraria sortita con soli sessanta cavalieri (1) che gli restavano, pervenne a respingere i nemici, mentre i Veneziani s’impadronivano della loro flotta. Ma poco stettero a ritornare e con eguale infelice successo, sconfitti ancora dal prode Giovanni e dal bailo veneziano Giovanni Michiel (2) ; però ben chiaramente ve-devasi che il disegno di abbattere l’impero latino era ornai fermo e sarebbe instancabilmente seguitato, e le colonie latine si trovavano senza truppe, senza danaro, in mezzo ad un paese nemico. Fu allora deciso che il giovane Baldovino si recasse in persona ad implorare il soccorso del-1’ occidente (3). Papa Gregorio IX pubblicava una Crociata, e già alcuni Baroni vi si disponevano, e la Repubblica di Venezia mandava Simone Bon in Francia per trattare con quel re Luigi IX (4), quando giunse, la nuova della morte di Giovanni di Brienne (1337). Continuò nondimeno Baldovino il suo pellegrinaggio in Francia ed Inghilterra, raccolse con molta fatica un piccolo esercito e alquanto danaro, impegnando perfino la sua contea di Namur, nel mentre che i Baroni franchi a Costantinopoli impegnavano al bailo Alberto Morosini con altri la Corona di Spine per la somma di quattordici mila iperperi. Non essendo questi stati pagati al tempo convenuto, la corona fu portata a (1) Convien però supporre, come fece il Michaud, Note giustificative, vi si aggiungessero i fanti raccogliticci. (2) Ducange e Dandolo. (3) Nel libro Plegiorum si leggono i patti del suo matrimonio colla figlia di Giovanni suo predecessore, p. 97 t.° (4) Ducange. Hist, de Constantinople. Reeueil des Chartes.