138 Conquiste all’ignoto per la spedizione e li custodiva in apposito recinto in attesa di consegnarli. Era una muta di centoventi cani siberiani semiselvaggi, scarni ed aspri, urlanti alla vista dei forestieri venuti a prelevarli. Furono presi in consegna ai primi di luglio e trasportati a bordo della baleniera in gabbie di legno allestite sul ponte. In attesa delle ultime sistemazioni il Duca ed i suoi uomini scrollarono il torpore della prima navigazione gareggiando a tennis col viceconsole inglese finché accolsero con gioia la visita di quattro gentiluomini italiani venuti appositamente per portare gli ultimi saluti ed alcuni doni della regina Margherita, di Elena d’Aosta e della principessa Letizia Napoleone. Erano il conte Oldofredi, il conte Rignon, il cavalier Silvestri ed il colonnello Nasalli. Il giorno dopo arrivò anche l’ambasciatore d’Italia a Pietroburgo generale Morra di Lavriano. Cagni aveva trovato le attese lettere della fidanzata e molte ne spedi aggiungendo anche un rullo fonografico in cui aveva impresso con molta emozione un ultimo saluto a viva voce. In quanto ai doni regali e principeschi, si permise, al solito, di criticarne la scelta: non gli andavano a genio specialmente quattro copie identiche della Divina Commedia perché « noi quattro, sebbene quattro profani, ne possedevamo già una buonissima edizione ». Il 7 luglio (25 giugno del calendario ortodosso) fu organizzata in onore del Principe una serata di gala con programma stampato sopra certi fazzoletti-ricordo tricolori i quali annunciavano « La Principessa di Bagdad » di Alessandro Dumas figlio, recitata in russo da una compagnia drammatica diretta da Klarin. All’indomani Cagni accompagnò il Principe in visita al granduca Vladimiro, allora arrivato: trovò simpatico quel gran personaggio affabilmente sollecito nel raccomandar loro di guardarsi molto dai geloni. Erano reduci da una messa che per straordinaria concessione era stata celebrata nell’unica chiesa cattolica di Arcangelo da un povero prete polacco colà in esilio. Per la città era corsa la voce di quel rito romano e tutti i cattolici erano convenuti ad assistervi. Finalmente il 12 luglio, mentre correva per la Russia l’annuncio della morte del fratello dello Zar, la “Stella Po-