19 mente passando per mezzo al gran numero di nemici e pirati clie infestavano quelle acque. Il nuovo regno però fondato in Asia, fino dai suoi pri-mordii pericolava. Buon numero di crociati, sciolto il voto, avea fatto ritorno in Europa ; i duci rimasti si erano procacciati per lo più dominii indipendenti e dividevanli inoltre la discordia e la gelosia : alcune fortezze restate ancora in mano dei Turchi interrompevano spesso le comunicazioni tra i possedimenti cristiani. Come i Germani alla conquista dell’ impero romano, così i Crociati a quella di Gerusalemme s’impadronirono chi qua, chi là di alcune città e terre, fondandovi tante piccole signorie e contee indipendenti. Ma alla conquista dell’ impero romano le forze di questo erano state prostrate del tutto, mentre dopo la conquista di Gerusalemme la potenza dei Turchi continuò a sussistere, ed irritata, tentar dovea ad ogni momento di trar vendetta dei nuovi conquistatori, onde questi ebbero ben presto a fare dolorosa sperienza, che troppa era stata la loro fretta nel fondare un regno e non bene assicurarlo dai nemici, prima di dividersi e tornare in Europa. Continuava questa intanto ad essere agitata da principi e popoli e vi fervea tuttora la guerra delle Investiture. La parte della Chiesa, cui andava allora unita quella altresì dell’ italiana indipendenza, trovavasi sostenuta vigorosamente dalla contessa Matilde di Toscana, il cui dominio od almeno 1’ influenza stendevasi in gran parte della Lombardia e nella stessa Milano. Desiderosa di riacquistare Ferrara, perduta alcuni anni prima (1), fece grande (1) Murat. Ann. Donico in vita Mathildis, Chron. estens. nel t. XV Rer.ital. e le cronache veneziane. In Sigonio leggesi: Mathildis transpadana« urbes suas ab Henrico ereptas recuperare ante adventum ejus cu-piens firma Venator, Lombardorunque auxilia accivit, atque exercitum