107 bacio di pace. « Colà, così scriveva lo stesso pontefice agli arcivescovi, ai vescovi e a tutto il clero del mondo cattolico, alla presenza d' infinita moltitudine d’ uomini e di donne, rendendo grazie a Dio ottimo massimo, Federico prestò a noi ubbidienza ed ossequio, come a Sommo Pontefice, e ricevuto da noi il bacio di pace, ci porse devotamente la destra e colla debita riverenza ci condusse nella chiesa fino all’ altare. Il domani poi, festa di s. Giacomo, adempiendo al desiderio dell’ imperatore, celebrammo la messa nella detta chiesa di s. Marco, innanzi alla quale egli ci si fece incontro, e mettendosi alla nostra destra, c’introdusse nella Basilica. Poi finita la messa solenne, ci accompagnò fino alla porta e mentre salivamo sili palafreno colà preparatoci, ei ci tenne la staffa e ci rese tutti quegli onori che i predecessori suoi già ai nostri solevano tributare (1). » Fu cantato il Te Deum, Federico avvicinatosi all’altar maggiore, vi depose ricchi donativi, poi festeggiato ed applaudito si restituì al palazzo ducale, ove prese alloggio insieme coi più distinti personaggi del suo seguito (2). Immenso fu il concorso dei principi, dei legati delle varie potenze, dei più distinti ecclesiastici, dei forestieri fin delle città più lontane a quell’occasione concorsi a Venezia (8). La ratificazione del trattato avvenne il 1.° agosto e per esso prometteva e giurava l’imperatore alle città di Venezia, Treviso, Padova, Vicenza, Verona, Brescia, Ferrara, Mantova, Bergamo, Lodi, Milano, Como, Novara, Vercelli, A-lessandria, Carsino e Belmonte, Piacenza, Bobbio, al marchese Obizzo Malaspina, a Parma, Reggio, Modena, Bologna ed altri luoghi di Romagna e di Lombardia (4), una (1) Dumont I, p. 100 e la lettera all’ aroivessovo di Rheims. Mori. Germ. hist., t. IV, p. 417. (2) Altinate. (3) Si trovano registrati nell’ Altinate ed in altre Cronache. (4) Mur. Ann.