390 gastaldo, un luogo di convegno, sotto la protezione di qualche Santo, dava pane al confratello divenuto impotente al lavoro, ne soccorreva la vedova ed i figli, dotava le figlie povere, faceva a proprie spese celebrar messe e divini servigi, concorreva alle processioni e ad altri esercizi di pietà. Ma nessuno potea esercitare un’ arte se alla corporazione di quella non fosse ascritto, e codesta ascrizione non era tanto facile da conseguirsi, mentre se giustamente richie-devansi prove dell’ abilità del candidato, e con ciò miravasi a mantenere in buon credito 1’ arte, non può dubitarsi altresì che spesso, per l’umana fralezza, tali ordini divenivano strumento di monopolio e d’individuali passioni. Spettava al gastaldo, assistito spesso da tre procuratori, render ragione agli uomini della sua arte nelle contestazioni di piccole somme, riservato l’appello contro la sua decisione ai magistrati : poteva d’accordo coi suoi ufficiali impor pene e castighi, dovea raccogliere due volte l’anno la sua arte e leggerle il capitolare, tenere regolar quaderno delle entrate e delle spese, custodire la cassa (1). Volendo uno farsi inscrivere, si presentava ai procuratori dando loro in carta il proprio nome, il cognome, l’abitazione, la parentela ecc. ; il candidato veniva quindi proposto all’ adunanza, la quale incaricava i procuratori od altri ufficiali di prendere ogni più minuta informazione sul conto suo e riferire entro tre giorni ; sottoposto quindi alla ballottazione, se riportava la maggioranza e dava buon saggio di capacità, rimaneva accettato pagando certa somma di buon’ entrata, doppia se il novizio era forestiere, esentato se era figlio, fratello od altro stretto parente di alcuno del corpo (2). Giurava allora di osservare le regole della corporazione, esattezza, puntualità, fedeltà, di aver a cuore e di promuovere l’onore di Venezia (1) Mariegola Dell’arte vetraria, Museo Correr. (2) Mariegola del iMiiifizio, dei Veludori ecc., al Museo Correr.