130 Conquiste all’ignoto ho vissuto per nessuno: neppure per me stesso. Ora incomincio a vivere, ora solamente ho un domani della mia vita ». Era trasfigurato. Solo alla metà d’agosto i due fidanzati si rividero a Pegli dopo tante separazioni. Ma quattro mesi dopo il Principe riparti con Cagni per la Siberia. Da Varsavia l’innamorato scrisse parole che rivelano la elevazione mistica dell’animo suo che per tanto tempo era rimasto quasi arido e scettico: « Ora leggendo nella chiesa di Sant’Anna la scritta: “Morte qui supera gloria ed amore”, pensavo ben il contrario. Il mio amore sovrasta la gloria e la morte. Quando penso a questa, mi pare che in essa non troverò che un solo rammarico: quello di lasciarti. E veramente non vi penso che da quando ti ho amata. Oh, adesso mi è cara la vita e mi sembra di non aver ancora vissuto ». Eppure era alla vigilia di metterla in gioco, la cara vita, per seguire il suo Principe in una impresa d’eccezione dal rischio veramente mortale. Per Mosca giunsero a Samara, che li suggestionò con le sue caratteristiche d’ambiente già distaccato da ogni influenza occidentale: case di legnoj addossate sulle rive del Volga gelato e una cattedrale ortodossa sotto le cui volte orientali dorate la melodia di un canto religioso prese i due viaggiatori di quasi nostalgico sgomento. Per la prima volta dopo tanti anni di vita movimentata Cagni provò una viva insofferenza per la gran lontananza dalla patria. Dopo Ufa, oltre gli Urali, attraversarono sulla Transiberiana una pianura infinita, uniforme; quindi la steppa intersecata dai grandi fiumi. Passato il Jenissei cominciarono ad accusare stanchezza per quel viaggio in ferrovia che durava da un mese e la prolungata convivenza nello scompartimento di un treno, senza nemmeno la distrazione di un paesaggio vario; leggevano libri, ma Cagni, tormentato dalla forzata mancanza di notizie, finiva sempre col divagare in mille fantasticherie e sogni d’innamorato dai quali si scuoteva per scrivere un diario del viaggio scarso di notizie ma ricco di pensieri.