237 vanni, altro figlio del doge, che più volte vedemmo valorosamente combattere sul mare, fu fatto conte d’ Ossero, così attendendo il doge a far grande la sua famiglia. Ma ciò che veramente rese famoso il suo nome oltre alle imprese militari fu la raccolta che egli fece eseguire delle leggi, e pubblicare sotto il nome di Statuto. Le tante nuove relazioni dei Veneziani colla terraferma, gli ampliati commerci e possedimenti marittimi, quindi i nuovi costumi e bisogni introdotti rendevano necessario 1’ ordinamento ed una opportuna riforma delle leggi. Già uno statuto pubblicato nel 1195 da Enrico Dandolo si crede fosse la terza collezione di siffatta specie e invero abbiamo già a-vuto occasione di notare come antichissime collezioni di leggi aver doveano i Veneziani: doveano averle, perchè fin dalla fuga dalla terraferma saranno stati certamente tra i ricoverati alle isole anche giurisperiti e uomini pratici delle leggi, quali erano in vigore nell’ impero romano prima che per Teodosio e per Giustiniano fossero ordinate ; onde poi lasciate da parte quelle che non potevano più conciliarsi colla nuova condizione sociale, attender dovettero a surrogarne altre più confacenti a’ sopravvenuti bisogni, dal che derivarono leggi proprie e nazionali, le quali a differenza degli altri Statuti d’Italia, non riconobbero giammai il diritto romano come jus comune e superiore ; e quantunque in molte parti a questo si trovassero conformi e per antica tradizione e per lo studio indubbiamente fatto di quel diritto, quand’ esso risorse prima a Costantinopoli, poi nell’ Italia, tuttavia lungi dal ricorrere ad esso ne’ casi dubii, si volle piuttosto far appello alla coscienza del giudice, e all’ equità naturale, fuggendo così perfin 1’ ombra d’ una qualunque dipendenza dal di fuori. Il doge Jacopo Tiepolo adunque avendo nominati Pan-taleone Giustinian, Tommaso Centranico, Giovanni Michiel Vol. IL 31