IX MARCIA FORZATA Ad Entebbe, punto di partenza per le carovane verso X~\ l’interno, il Duca e Cagni furono ospiti nella residenza dell’alto commissario del protettorato dell’Uganda, Hesk-eth Bell. Quivi l’8 maggio Cagni ammalò improvvisamente di febbre con infiammazione intestinale: una forma di tifo simile a quella che aveva colpito Winspeare, probabilmente provocata dai viveri malandati a bordo del “Bürgermeister”. Dovette lasciarsi ricoverare all’ospedale dove fu preso in cura dal dottor Hodges. Mancatogli il valido aiuto del suo secondo, il Duca dovette provvedere da solo all’organizzazione della carovana. Quando ogni cosa fu pronta, attese ancora nella speranza che Cagni si ristabilisse, ma dopo tre giorni dovette decidersi al deprecato distacco; non avrebbe potuto tardare oltre senza pregiudicare fin dall’inizio l’esito della spedizione in rapporto alle probabilità di tempo favorevole. Perciò dispose quanto occorreva a Cagni per raggiungerlo appena ristabilito, e con questo augurio lo salutò il 15 maggio. Si verificava il caso inverso di quello successo alla baia di Teplitz quando il Duca aveva dovuto rinunciare alla marcia con le slitte per il congelamento delle dita. Tuttavia a Cagni restava la speranza di potersi rimettere in cammino e fors’anche di riguadagnare il tempo perduto. Nel lasciarsi, il Principe ed il suo collaboratore erano ben cerd l’uno per l’altro che ciascuno avrebbe fatto il possibile per il miglior esito della spedizione, anzi si strinsero la mano fiduciosi di ritrovarsi sulla gran montagna per scoprirne insieme i segreti. Un altro Italiano trovato laggiù, certo Bulli, guidò la carovana del Duca, composta di quattrocento persone con cavalli, muli e bagagli, verso il Ruwenzori le cui argentee cime erte sulle nubi furono scorte per la prima volta il 28