205 Per qael trattato Kamil cedeva a Federico le città di Gerusalemme, Betlemme e tutt’ i villaggi situati lungo''la riva di Jaffa e di Tolemaide ; conservavano però i Musulmani in Gerusalemme la moschea d’ Omar ed il libero e-sercizio della loro religione: il principato di Antiochia e la contea di Tripoli non erano compresi nella tregua, e l’imperatore s’impegnava a distorre i Franchi da qualunque ostilità contro i sudditi e le terre del sultano di Egitto. Tal pace fu dichiarata empia da ambedue le parti, ma Federico, nulla di ciò curandosi, tenne il 17 marzo 1229 il suo solenne ingresso in Gerusalemme e, recatosi alla chiesa del santo Sepolcro, si cinse di propria mano la corona in mezzo alle acclamazioni de’ suoi Tedeschi, al profondo silenzio degli altri fedeli che vedevano la chiesa parata a bruno e i preti allontanati, in virtù dell’interdetto pronunziato sui luoghi santi dall’ arcivescovo di Cesarea. S’ affrettò quindi Federico a tornare in Italia, ove la sua presenza si rendeva più che mai necessaria, e reconciliatosi finalmente con papa Gregorio IX (28 agosto 1280), volse tutta la sua attenzione alle opere della Lega Lombarda. La guerra appariva inevitabile^ decisi com’ erano i Lombardi a non cedere alcuno dei diritti, alcuna delle libertà di ciù erano venuti in possesso dopo la pace di Costanza, e a sostener quindi la loro quasi assoluta indipendenza, mentre a Federico tal pretensione sembrava disso-lutrice dell’ ordine sociale e da non comportarsi. Mentre queste cose si agitavano in Oriente ed in Italia, i Veneziani aveano continuato a provvedere con trattati ai loro commerci in quelle parti, onde stipularono convenzioni nel 1219 col soldano Aladino di Rumili (1), (1) Lib. Albì/s. Vol. II. 27