206 Colpi di testa tardi i geografi britannici vollero ricambiare la cortesia con cui il Duca aveva onorata la regina Alessandra, attribuendo a una delle cime maggiori il nome di Luigi di Savoia. Cosi accanto alla cima Margherita rimasero segnati sulla carta del Ruwenzori i nomi di Elena, Vittorio Emanuele, Savoia, Umberto, Jolanda, Gessi, Bòttego, Sella, Roccati, Cavalli e Cagni. Anche certe piccole piante e certi infimi insetti ebbero il nome dei componenti la spedizione: un dermattero si chiamò “ Apterygida Cagni ”. Il monte che ebbe il suo nome Cagni se lo conquistò con una faticosa ascensione, perché gli serviva come base geodetica. Parti il 6 luglio con Petigax, Brocherel ed alcuni portatori per quella cima che sorge a nord di Bujon-golo separata dal monte Backer e dal Portai Sud da due valli con piccoli laghi ed i tributari del Mobuku, elevandosi oltre il limite delle nevi perenni a 4519 metri. Una notte, per difendersi dal fango, dovettero dormire sopra uno spesso strato di foglie di lobelie. Ma al mattino si accorsero di non poter proseguire per la via intrapresa e per cambiare itinerario dovettero scendere lungo una stretta gola calando con delle corde i carichi e perfino i portatori troppo inesperti di alpinismo, come fossero sacchi. Giunsero alla base del colle e cominciarono a scalarlo 1*8 luglio. Arrivati in alto, Cagni montò il teodolite per iniziare le misurazioni appena la solita nebbia fosse diradata. Ma quando venne la schiarita si accorse di non aver ancora raggiunta la cima che apparve invece sopra di lui altissima per il noto effetto della rifrazione. Smontò in furia lo strumento e si affaticò verso quella punta difficile perché verticale e liscia. Quando vi giunse il sole volgeva al tramonto, e benché si affrettasse nei rilievi principali, fu sorpreso dalla notte e dovette arrischiare la discesa al buio. Ritornò il giorno dopo per completare i dati prima di tornare a Bujongolo dove fece poi altre osservazioni, specialmente magnetiche, assai ostacolate dai minerali di ferro contenuti nelle rocce di caratteristico colore verde scuro. Un agile leopardo, già apparso davanti al Duca fin dai primi giorni, faceva strage di viveri all’accampamento du-