335 te e fu intimata la guerra ad Andronico, quando non pensasse a dare conveniente soddisfazione. Intanto immenso era 1’ ardore in tutte le classi della popolazione per apprestare il naviglio, e ne fu dato il comando al fortissimo cittadino Ruggero Morosini detto Malabranca, che doveva avviarsi al Bosforo e trarre colà vendetta dell’ imperatore e dei Genovesi insieme. Il Morosini, passati i Dardanelli, diè la caccia a venti galee nemiche, fino a certo luogo detto Largirò, poi portò gl’incend? e le stragi fino a Pera, e bruciò tutt’i bastimenti che si trovavano tra questa e la capitale. Dispostosi poscia dirimpetto al palazzo imperiale delle Blancherne, minacciava la stessa Costantinopoli. Allora Andronico mise in opera ogni mezzo per placare il Morosini, il quale accettata grossa somma di danaro e ricco di bottino, tornò, seco menando molti prigionieri genovesi, a Venezia (1). Con reciproche correrie che interrompevano il commercio e recavano gravi danni ad ambe le parti, andava intanto avanzandosi anche l’anno 1297 in cui Matteo Quirini della Ca Grande catturò alcune navi genovesi in Sicilia, ed Enrico Morosini, direttosi in Romania, si spinse fino a Fama-gosta nell’ isola di Cipro, e là sotto gli occhi degli abitanti, favorevoli ai Genovesi, presé una nave di questi. Vennesi alfine a decisiva battaglia nelle acque di Curzola nella Dalmazia 1’8 settembre 1298. Usciva da Venezia l’ammiraglio Andrea Dandolo con novantacinque galere e facevasi incontro al genovese Lamba Doria che comandavane ottantacin-que. Ebbero i Veneziani da principio il vantaggio ; ma il vento favoriva i Genovesi. Il conflitto fu uno de’ più terribili ; la flotta genovese in sulle prime avviluppata, seppe liberarsi, mentre quella dei Veneziani veniva in disordine. Avvicina-vansi intanto quindici altre galee genovesi che il Doria mólto destramente avea staccato dalla flotta facendole allargare in (1) Caroldo, Dandolo eco.