232 suadendo il legato, invano opponente il marchese d’E-ste (1). Il vecchio Salinguerra, messo nel bucintoro del doge, fu condotto a Venezia ov1 ebbe alloggiamento nella casa Bosio a s. Toma. Non molto dopo morì e fu sepolto con onorevolissime esequie a s. Nicolò del Lido. Un nuovo trattato fu conchiuso fra la Repubblica ed il marchese Azzo d’Este divenuto possessore di Ferrara (2), che confermava ed ampliava i privilegi precedenti. I Veneziani mandarono nella stesso anno uno stuolo di galee in Puglia, ove diedero il guasto a Termoli, al Vasto ed altre terre riportandone ricco bottino (3). Intanto il papa inviava lettere circolari coll’ intimazione d’ un concilio generale da tenersi in quell’ anno (1240) a Roma. Ma Federico che ben s’imaginava sarebbe adoperato contro di lui, pensò d’ impedirlo, e quanti prelati avviati a Roma capitavano nelle sue mani, tanti imprigionava e maltrattava. Una flotta genovese accompagnava i vescovi di Francia ed altri d’Italia, cogli ambasciatori eziandio di Milano, Piacenza e Brescia, quando Federico, armata una flotta in Sicilia e Puglia, la inviò col re Enzo suo figliuolo verso Pisa, per opporsi alla venuta di quei prelati. Scontratesi le due flotte vicino all’ isoletta della Melora, vennero ad aspro combattimento, la genovese inferiore di forze rimase sconfìtta, e i prelati coi loro tesori caddero in potere degl’ imperiali che li menarono prigionieri a Napoli. Tanta sciagura e la guerra che Federico continuava nello Stato ecclesiastico condussero finalmente a morte il vecchio pontefice Gregorio IX, il 21 agosto 1241, e dopo il breve ponti- (1) Dandolo e Caroldo biasimano il fatto. • 2) Pacta. IV, e Cod. CLXXII. (3) Menses septembrisgaleae Venetiae diseurrentes regnum inodium imperatoris Termulas, Vestam quasdam et alias Apuliae terras capien-tes destruxerunt et bonis omnibus spoliaverunt. Chronicon in Rer. It. Scr., t. VII, p. 1047.