265 unitesi a quelle del Tiepolo, formavano una flotta di trentanove galee, trenta navigli detti Tonde ed altri legni. Lasciata la custodia della terra al bailo Giustinian,. uscirono incontro ai Genovesi cbe scontrarono il 24 giugno di quel-1’ anno 1258, poco lungi dal porto di Acri (1). Ben s’accorse allora il Dalla Turca della temerità della sua intrapresa, ma non potea più ritirarsi : ritenevanlo la vergogna ed il pericolo di essere inseguito. Apprestandosi dunque a far fronte il meglio che potea agli eventi, allargavasi dapprima per allettare le molte navi nemiche a sparpagliarsi, poi stringe vasi con assai destra manovra ad un tratto per far impeto (2), sperando pure di rompere le file, specialmente per le due poderose galee a tre palchi atte a resistere ai primi urti delle più grosse navi dei nemici e a tempestare in pari tempo le minori. Intanto tra queste evoluzioni si avvicinava la notte e il dì seguente, essendo inevitabile la battaglia, il Tiepolo parlò animando le sue truppe a non temere il numero, delle nemiche navi : aver queste richiesto rinforzi da tutte le parti pel timore che aveano dello scontro, ricordassero delle precedenti vittorie riportate su quei medesimi nemici, solo osservassero strettamente l’ordine e la disciplina: anche il troppo ardire poter tornare pregiudizievole ; badassero bene quanto il presente conflitto avesse ad importare : da esso dipendere l’onore di Venezia, il dominio, la sicurezza de’ mari. Un grido generale si alzò di Viva san Marco protettore del veneto dominio. E la battaglia incominciò: sanguinosa, lunga, ostinata, in cui ambe le parti fecero prodigi di valore, in cui la vittoria lungamente indecisa, si dichiarò finalmente anche questa volta pei Veneziani. Venticinque galee genovesi prese, (1) Sanudo Torsello, Secreta Fidelium Crucis. (2) Varese, St. di Genova. Muratori, Ann. Caffaro, ller Ital.t. VI.