337 ne facevano venire fino di Catalogna. Ricominciavano le correrie : alcune navi genovesi si presentavano a Malamocco, e Domenico Schiavo in ricambio penetrò con tre galee fino nel porto di Genova, e ad insulto dicesi vi facesse battere moneta (1). La condizione in generale d’Italia facevasi a que’ tempi sempre peggiore ; e le discordie favorendo il sorgere di potenti capitani, questi pervenivano alfine a farsi signori della città, in sostegno della quale o di un suo partito combattevano. Così dopo le guerre fra i Visconti e i Torriani di Milano, quelli ne aveano conseguito il dominio ; continuava la guerra in Sicilia tra gli Angioini e gli Aragonesi ; Firenze era sempre sossopra per le parti de’ nobili e popolani ; Guelfi e Ghibellini, Bianchi e Neri dividevano la Toscana ; il papa stesso Bonifacio Vili era in guerra coi Colonnesi, in lotta con Filippo il Bello re di Francia ; gli Scaligeri già dominavano in Verona, i Polentani in Ravenna, i da Camino in Treviso, Feltre e Belluno, i Bonaccorsi in Mantova ecc. Matteo Visconti, che avea assunto il titolo di vicario imperiale e capitano generale in Milano, si pose in animo di farsi mediatore di pace fra le due repubbliche di Venezia e di Genova, e dopo non poche difficoltà pervenne ad indurle ad un trattato in data 25 maggio 1299, che fu sottoscritto da Romeo Quirini e Gratono Dandolo per parte di Venezia; dal cav. Ansaldo de Castro, Oberto Passio giurisperito, Porchetto Salvatico e Nic. Ferrari pei magnifici signori Alberto dalla Porta, lodigiano, podestà, Corrado Spinola e Lambra Doria capitani del popolo e comune di Genova, alle seguenti condizioni : 1.° Sarà pace in perpetuo tra i Veneziani e i Genovesi, astenendosi ambedue le parti da ogni ulteriore ostilità e obbliando ogni offesa pasata ; (1) Dandolo, Contili, in Murat., XII.