40 sangue e i cadaveri portati poi dalle onde alla spiaggia infettavano l’aria (1). Presero i Veneziani molte navi che incontravano per via, cariche di preziose merci, di vesti seriche, di legnami da macchine, di pepe, di droghe ed aromi ; dei legni predati alquanti bruciarono, altri seco addussero a Tolemaide. Fu una vittoria, come si esprime il contemporaneo Guglielmo di Tiro, in tutti i secoli memorabile. Giuntane la lieta notizia a Gerusalemme, ed inteso che il doge co’ suoi era entrato nel porto di Tolemaide, Guarmondo patriarca, Guglielmo di Saita (Sidone) conte-stabile e procuratore del regno, Pagano secretano della Soria, si raccolsero insieme cogli arcivescovi ed altri principali baroni, e nominarono ambasciatori che andassero a congratularsi coi Veneziani ed offrir loro ogni comodità ed onore, quali alla loro benemerenza verso il regno di Gerusalemme si convenivano, e la generale gratitudine poteva suggerire (2). Venuti alla presenza del doge, questi, dopo averli accolti assai affettuosamente, rispose rendendo loro le più vive grazie e manifestando essere stato fino dalla sua partenza da Venezia suo ardentissimo desiderio quello di recarsi con profonda riverenza a visitare quei luoghi venerandi pei sacramenti e misteri dell’ umana salute, e che niuna cosa più cara poteva succedergli che quella d’ aver occasione di vedersi nella compagnia di tanti illustri signori e baroni e andare con essi a dare compimento al suo voto. Lasciata quindi sotto buona custodia 1’ armata, s’ avviò a Gerusalemme, ove fu ricevuto dal pa- (1) Gugl. Tyr., che poi soggiunge: Continucitur cominus pugna et ardentibus studiis impugnanthi,illi tentant resistere, sed tandem autore Domino facti superiores Veneti hostes vertunt in fugam, retentis galeis quatuor, cum totidem gatis et nave una maxima ; duce eorum interem-pto, victoriam oblinuerunt saeculis memorabilem. L. XII, § 22. (2) Andrea Morosini.