15 vette passare 1’ inverno (1). Non cessava intanto l’imperatore Alessio di porre in opera ogni mezzo per indurre i Veneziani a ritirarsi dalla santa impresa, ma tenneli fermi nel proponimento il vescovo Contarmi, il quale con vivi discorsi venne loro rappresentando e l’infamia in cui verrebbero in faccia al mondo e la collera che si attirerebbero di Dio (2). Però la lunga dimora in Rodi non andò disgiunta da un avvenimento assai spiacevole, qual fu quello del primo scontro d’ armi accaduto tra i Veneziani e i Pisani (3). La gelosia, che già da un pezzo avea cominciato a manifestarsi tra loro, vieppiù si accrebbe all’ occasione delle spedizioni di Terra santa. Il combattimento fu quindi accanito, e solo dopo molto sangue terminò colla vittoria dei Veneziani. Venuta la primavera, questi si rimisero in mare e giunti a poca distanza dalla città di Mira, il vescovo Enrico, che già prima della partenza s’ era recato alla chiesa di s. Nicolò del Lido ad invocarvi la grazia di potere al suo ritorno portar seco in patria il corpo di quel Santo, chiamato glorioso in terra ed in mare, ordinò alle navi si arrestassero. Spediti quindi a terra alcuni esploratori, riportarono questi, essere la città quasi diserta perchè devastata dai Turchi, il che udendo molti dell’ equipaggio sbarcarono ed avviatisi alla chiesa di s. Nicolò, si diedero a frugare e rovistare dappertutto, e perfino ad abbattere e rompere per rinvenire la desiderata reliquia. E a tanto eccesso si lasciarono trasportare quei Veneziani, che impadronitisi di quattro custodi, li sottomisero a tormenti per trar loro di bocca ove fosse quella riposta. Ma ogni ricerca tornando vana, presero intanto possesso dei corpi di altri due (1) Andrea Morosini e Dandolo. (2) Dand. Chron. (3) Omnibus autern in Domino confortati's, annundatur Pisanos contra se cum quinquaginta advenisse galeis et imperialia assumpsisse insignia. Ohr, Dand,