Vigilia d’azione 257 Depose come testimone in favore dell’accusato ed influì autorevolmente per l’assoluzione, non per semplice sentimento di cameratismo, ma per netta convinzione di marinaio. Contro l’accusa di imprudenza che si muoveva all’imputato, obiettò che « la navigazione è un’arte essenzialmente pratica. Chi si proponesse di navigare con la scorta di trattati, dovrebbe indursi a non uscire dal porto. Occorre quindi ima grande elasticità di giudizio e di temperamento per poter applicare le regole teoriche di navigazione. Senza questa elasticità non si affrontano con onore le infinite responsabilità di un comandante di nave da battaglia. Poiché ogni giorno, ogni ora è in noi un conflitto tra le famose norme e l’onor nostro e della nave che ci impone arditezze da nessuno vedute, che ci impone momenti terribili voluti da noi, ma nei quali l’angoscia ferma per qualche istante i palpiti del nostro cuore; e quando cessano quei palpiti d’angoscia ci sentiamo stanchi, ma vivida e luminosa è in noi la coscienza di aver compiuto tutto il nostro dovere, d’aver guadagnata la stima non dei superiori che non ci vedono, ma di quel migliaio di uomini nostri dei quali siamo padroni e maestri indiscussi ». Perorando la causa del collega era diventato perfino eloquente perché sentiva di difendere se stesso e la causa di ogni ardito comandante capace di affrontare i rischi del mestiere. Duravano ancora i lavori per il disincaglio alla Gaiola quando sorsero le prime voci di una prossima azione della flotta lungo la costa tripolina. I preannunci si alternarono con le smentite, ma alla fine di settembre fu evidente che qualcosa si preparava in relazione alla campagna politica già in pieno sviluppo sui giornali e in parlamento. Ed ecco Cagni trasferito dalla “Sicilia” alla “Re Umberto”, nave ammiraglia di una divisione scuola comandata da Borea-Ricci e composta anche della “Sicilia”, della “ Sardegna ” e della “ Carlo Alberto Come comandante dell’ammiraglia, Cagni fu contemporaneamente capo di Stato Maggiore della divisione. Dopo trent’anni di carriera pacifica, finalmente sentiva vicina l’ora del combattimento e ne fu eccitato come un animale da preda, 17.