36 ro nel 1122 ad un concordato (1), avanti di giungere al quale, tante guerre, tante stragi e desolazioni erano succedute ; figli ribelli contro il padre, violazione di diritti, spergiuri ed inganni aveano scandalezzato la cristianità. Laonde, quietate appena le cose, papa Calisto volgeva-si a sollecitare i Veneziani a spedire una nuova flotta nel-1’ Oriente. Il doge Domenico Michiel raccolse quindi la conclone nella chiesa di s. Marco, a cui intervennero il doge stesso, il patriarca, i vescovi, il clero, i nobili ed il popolo (2); dopo recitata la messa dello Spirito santo, .il patriarca lesse le lettere pontificali, il doge ricordò le angustie dei cristiani di Palestina, la prigionia colà avvenuta dello stesso re Baldovino, l’insufficienza delle forze, gli imminenti pericoli ; ricordò la gloria di cui s’ erano circondate le armi veneziane nelle precedenti spedizioni, i vantaggi ottenuti e quelli che ancor si otterrebbero, il servigio che coll’ invio d’ una nuova flotta recherebbero alla religione e alla cristianità. « Tutto il regno di Gerusalemme, così conchiudeva, è in lutto ; il santo pontefice vi e-sorta, vi scongiura a non lasciar perire fra tante distrette in quelle regioni la fede. Voi dovete adoperare per lei quella potenza navale, che Dio vi ha conceduta. Quale e quanta non sarà la gloria immortale e lo splendore di cui andrà coperto il vostro nome ? Quale il vostro merito appo Dio ? Voi sarete 1’ ammirazione dell’ Europa e dell’Asia ; il vessillo di s. Marco sventolerà trionfante in quelle lontane parti : nuovi profitti, nuove fonti di grandezza verranno a questa nobilissima patria. E qual sia tra voi sì poco tenero di essa, da non desiderare che l’imperio suo si stenda sempre maggiore, e nessun’ altra potenza a (1) Vedi Murat. Ann. ad an. 1122. (2) And. Morosini. Imprese de’ Veneziani in Terrasanta.