204 aver ornai più cosa alcuna a temere. La condizione in cui ora si trovava era tale che destò la commiserazione degli stessi Musulmani, i quali, riavuta eh’ ebbero Damiata, lo soccorsero dei viveri di cui grandemente difettava e gli permisero la ritirata. Tale fu 1’ esito sciagurato di questa impresa dei Crociati, dopo la quale, il bisogno dei soccorsi d’ Occidente facendosi sempre maggiore, lo stesso re Giovanni si trasferì in Europa a sollecitarne l’invio, maritando inoltre a Federico, per vieppiù impegnarvelo, la propria figlia ed erede Jolanda. Ma poco andò che Federico ebbe a sdegno la nuova sposa, venne in nemicizia col suocero, spogliò questo della sua corona e fece riconoscere. sè stesso in re di Gerusalemme (1226). In tale stato di cose, e la guerra coi Musulmani essendo imminente, la Repubblica di Venezia decretava : nessuno de’ suoi trovantisi in Siria potesse ripatriare per nave, nè alciino da Venezia recarvisi, essendo, come pare, i mari corsi ed infestati da’ nemici ; non si portassero ferro, legna e altre merci proibite in Alessandria od Egitto ; nè colà si compressero merci (1). Difatti Federico, determinatosi alfine a partire, scioglieva le vele dalla Puglia e 1’ 8 settembre 1228 sbarcava a Tolemaide. Ma, più che di far la guerra, stavagli a cuore d’ andare a farsi incoronare a Gerusalemme ; onde profittando delle strettezze in cui si trovava anche il sultano Kamil per discordie famigliali e per le minaccio d’invasione da parte dei Karismiti, udito inoltre che lo stesso suo suocero Giovanni di Brienne, durante la sua assenza, era penetrato con un esercito papale nelle sue terre di Napoli, pensò di sollecitare il proprio ritorno in Europa ed accettò di buon grado una tregua per dieci anni propostagli da Malek Kamil, il 20 febbraio 1229. (1) Cod. LXXI, ol. XIV lat.