58 do che senza intenzione ostile aveano fatto quel taglio, e che ai disordini da esso derivati, sarebbe opportunamente riparato (1143). E mentre così combattevansi guerre di ambizioni e di piccole animosità in, Europa, mentre i suoi mari erano insanguinati (1) dai frequenti scontri tra Veneziani, Pisani, Genovesi, invano stendea le braccia Baldovino III re di Gerusalemme invocando soccorso. Era sorta in Asia una nuova potenza per opera di Zengui degli Atabegi, padre del famoso Noradino, che dovea divenire tra non molto il terrore dei Cristiani, sovvertire il trono dei Califfi d’E-gitto e aprire la via alla sovranità dell’ ancor più celebre Saladino. Zengui tolse parecchie città ai Cristiani, e pose 1’ assedio ad Edessa. Cadde questa dopo lunga resistenza e vi fu fatto uno di quei macelli, di cui pur troppo a vergogna dell ’ umanità non mancano gli esempi nelle storie, uno di quei macelli in cui non vecchi, non fanciulli, non donne, non bambini furono risparmiati. Atterrate furono le mura, abbattute le torri, distrutti i templi ; i Musulmani celebrando le imprese del loro duce, già gli promettevano la vicina conquista di Gerusalemme. Papa Lucio II erasi adoperato 1’ anno precedente (1144) con ogni sforzo a ridurre a pace Veneziani e Pisani, e a rieccitare l’entusiasmo per le Crociate in gran parte spento. Pisani e Genovesi'attendevano a combattere i Saraceni in Europa ed in Africa, piuttosto che in Asia ; i primi inoltre s’ erano ostinati in una guerra contro i Lucchesi ; i secondi assalivano Minorica, Almeria, Lisbona. Ruggero di Sicilia recavasi anch’ egli ad assalir Tripoli. Venezia teneva d’ occhio le sue rivali, e non è vero che più non si curasse delle cose di Palestina, mentre anzi ci narra Sanu-do il vecchio, del potente sussidio colà mandato dalla Repub- (1) Dandolo, Chr.