218 Ed ugualmente giuravano i consiglieri : non con si-glierebbero nè per favorire amici, nè per far danno a’ nemici : non accetterebbero doni o favori nè per sè, nè per mezzo d’ altri : terrebbero scrupolosa credenza di quanto venisse loro raccomandato : non mancherebbero di recarsi al Consiglio al sonar della campana di s. Marco : provvedereb-bero che fossero debitamente eletti i capi di contrada per le offese e lo risse ; vogherebbero che il doge amministrasse eguale, imparziale giustizia ad ogni ceto di persone, e tutte fossero trattate egualmente sì nell’ uscire che nel venire a Venezia : darebbero opera al sollecito spaccio delle faccende degli accusati, al ricuperamento de’ naufraghi e delle loro robe ; interverrebbero alla pubblica concione approvando quanto loro paresse giusto e buono, ma quando si presentasse in quella una determinazione già approvata dal Consiglio maggiore o minore, non potrebbero più avversarla, ma avrebbero anzi a favorirne 1’ esecuzione ; farebbero venire mille moggia di frumento per mare, e fino a duemila quando di questo soprappiù non fossero esonerati ; rivederebbero i conti dei Camerlenghi per presentarli quindi al doge ; attenderebbero a riacquistare al Comune i beni che a questo fossero stati usurpati, e a far sì che ad ogni Veneziano venisse restituito quanto gli fosse stato indebitamente tolto in paesi stranieri ( 1 ) ; solleciterebbero il doge all’ adempimento di quanto dai Consigli fosse stato ordinato, qualor egli vi si mostrasse restio o negligente : darebbero corso alle petizioni : interverrebbero ogni venerdì alla Messa in s. Marco (2). (1) Se ne hanno frequenti prove nei documenti: fra altri quelli che contengono i risarcimenti domandati dalla Repubblica per alcuni mercanti svaligiati nelle terre d’Andrea re d’Ungheria, e la lettera di questo al doge, che promette quei compensi e domanda quindi che i suoi non sieno molestati nelle terre veneziane. Plegiorum, p. 83. (2) Giuramento de’ Consiglieri. Plegiorum, p. 104 t.°