m “ Signori (1), il possente re dei Romani ci manda a voi, percliè vi raccomandiamo il giovane principe Alessio, e perchè lo consegniamo nelle mani vostre sotto la custodia del Signore. Noi non siamo qui venuti per distogliervi dalla santa impresa che cominciaste, ma per offrirvi una strada facile e sicura a compiere i vostri nobili disegni. Sapendo pertanto che avete impugnate le armi per l’amore di G-esù Cristo e della giustizia, vi proponiamo di soccorrere coloro che sono oppressi da una ingiusta tirannia, e di far così trionfare nel tempo stesso la religione e l’umanità. Noi vi proponiamo di recar 1’ armi vostre gloriose contro la capitale della Grecia, la quale geme sotto il giogo di un usurpatore e di assicurarvi per sempre la conquista di Gerusalemme, mediante quella di Costantinopoli. „ Rappresentavano, continuando, i mali eh’ ebbero a soffrire nelle precedenti crociate Goffredo, Corrado, e Luigi VII per aver lasciato alle loro spalle un potente impero, la cui conquista sarebbe stata pel loro esercito una fonte di vittorie ; essersi i Greci mostrati sempre avversi ai crociati : quando più avrebbero a temere adesso dalla tirannia, dalla slealtà del perfido usurpatore Alessio ! Odiato questo e malfermo sul trono : propense le popolazioni all’antico lor principe, facile sarebbe a ripor Isacco in signoria : il giovane Alessio promettere fin d’oi'a, in cambio di tanto benefizio, eh’ ei sarebbe a mantenere per un anno l’esercito e l’armata, a pagare dugentomila marche d’argento per le spese della guerra, ad accompagnare la spedizione in Egitto, a dare diecimila uomini da lui assoldati, a somministrare infine per tutta la sua vita, cinquecento cavalieri in difesa di Terrasanta. Nè ciò basta ; rinunzierebbe anzi (1) Villehrd. Il discorso che questo riferisce come testimonio, leg-gesi anche in Michaud, St. delle Crociate trad. di Ambrosoli.