29 il doge non risparmiando sè stesso, getta vasi ove più ferveva la mischia, e mentre i suoi incoraggiava, cadde da eroe. La sua morte fu il segnale alla sconfitta dei Veneziani, che avviliti, disordinati, più non pensarono a combattere ma a ritirarsi. Grande ne fu la strage, pochi soltanto salvaronsi entrando precipitosamente in Zara, ove fu portato eziandio il corpo del morto doge. Al loro ritorno in patria, profondo lutto scorgevasi su tutti i volti, copiose scorrevano le lagrime per tanti cari perduti e alle lagrime frammischiavansi calde preci a Dio e dedicavansi funebri onori agli estinti, benedizioni e santo affetto di riconoscenza ad Ordelafo Falier, che al paro di Pietro Candia-no I era morto combattendo per la patria. Laonde il Dandolo, uno de’ suoi più illustri successori nel dogado, scriveva nel secolo XIV nella sua Cronaca, come a compimento degli elogi della gloriosa vita del Falier : Gloriosissime (fies suos terminavit. Due splendidi monumenti restarono della ducea di Ordelafo Falier nella famosa tavola 'dell’ aitar maggiore della marciana Basilica, detta la Pala d’oro, e nell’Arsenale sotto di lui cominciato. Sebbene trovisi memoria, che già Pietro Orseolo I avesse ordinato una tavola d’altare a Costantinopoli (1), non abbiamo poro alcun cenno dell’ esecuzione del lavoro a quel tempo e molto meno del suo collocamento, a ciò non avendo bastato probabilmente i due soli anni in che quel doge tenne il governo. Per ciò adunque e per 1’ iscrizione fatta apporre a quella tavola dal lem confini' tione corniti» reservata nre curie. lux tip. talit. vós reqere et manutriiere xicut untivi e t- Venetiae fioriti Menili et sieutvob. Jhtl-iiKiiinis ( uloman /■>’.<■ llungarkie juravit suis, cum archiepis.e.pis. et co-mitibus ut breviario ilio enntinet. (1) Sagomino.