IX SAURO Era il giorno dell’armistizio dichiarato su tutti i fronti per la vittoria definitiva e generale ottenuta in seguito a quella italiana. Dal suo posto di lavoro Cagni aveva appena potuto seguire gli avvenimenti internazionali, ma conscio delle nuove difficoltà che stavano per sorgere, si preparava a sostenere un contraddittorio con certi ammiragli alleati in arrivo a Pola, senza trepidazioni, anzi fiero di poterli mettere di fronte al fatto compiuto di una piazza in suo possesso e bene ordinata dopo tanto sfacelo, nel giro di una sola settimana. La riunione generale si svolse il 14 novembre a bordo della “ Pisa ” e fu presieduta da Cagni come il più anziano. Erano presenti l’ammiraglio americano Bullard, il francese Fatou, il commodoro inglese Kelly, e Koch. Subito Fatou si rivelò il più ostile all’occupazione italiana: durante la lunga discussione, appoggiato da Kelly, osservò che Pola gli sembrava troppo esclusivamente occupata dall’Italia. E siccome formalmente Cagni teneva in consegna la piazza a nome di tutti gli alleati, quella obiezione poteva risultare imbarazzante. Ma Cagni replicò disinvolto, fulminante: « Le drapeau français? Mais c'est tout à fait naturel, mon commandant. Lasciatemi solo telegrafare a Roma di far alzare alla stessa ora la bandiera italiana sui forti di Metz e Strasburgo ». Di colpo Fatou rinunciò ad insistere. Anzi, a quel punto Bullard propose che il consiglio esprimesse unanime compiacimento per il modo ammirevole con cui l’Italia aveva eseguita l’occupazione secondo gli accordi di Parigi, mettendo ordine nel marasma senza ricorrere alla forza. Erano fatti documentati e indiscutibili tanto che lo stesso Fatou dovette convenire e, suo malgrado, associarsi all’elogio.