299 in un trattato del 15 agosto 1273, essendo procuratori e sindaci per parte di Bologna, frate Buonvicino di Leonardo, frate Pellegrino di Bologna, fra Bonaventura Iseo (1). Per questo trattato, firmato nel Palazzo Ducale in presenza del doge, de’ suoi consiglieri e di altri ecclesiastici e secolari (2), le due parti promettevano piena remissione dei danni e delle offese scambievoli : che i Veneziani avrebbero piena sicurezza delle persone e robe loro in Bologna e suo distretto, con facoltà di andare e venire e stare come prima della guerra: i Bolognesi distruggerebbero il forte eretto a Primaro, nè il riedificherebbero, nè alzerebbero altra fortezza qualunque in quelle parti : non molesterebbero per alcun modo, nè farebbero per altri molestare i Veneziani; non frapporrebbero ostacolo agli antichi diritti di questi in Ravenna, specialmente di tenervi un visdo-mino; le insegne veneziane potrebbero liberamente sventolare in quel porto senza tema d’insulto. Egual sicurezza prometteva la Repubblica ai Bolognesi nel territorio veneziano ; concedeva libera il passo da Ancona o dalla Ror magna ogni anno a ventimila corbe di frumento pel consumo della loro città ; nonché a trenta migliaia di sale da Cervia, restando però a S. Alberto ed a Primaro guardie veneziane a visitare il carico ed impedire il contrabbando. Con Treviso altresì componevansi nel 1270 le differenze insorte per la medesima ragione del nuovo balzello e per altre molestie dall’ una parte e dall’ altra (3). Altri trattati furono fatti con Milano nel 1268 (4)f con Forlì (5) (1) Questo frate, famoso principalmente pei suoi lavori sull’alchimia, studiò lungo tempo a s. Francesco della Vigna in Venezia. (2) Pacta IV, 75. (3) Cod. Trevisaneo e Verci. (4) Pacta IV, 81 die. 10. Furono procuratori : per Milano Gual-dino Zurla e per Venezia Gio. Tiepolo e Gio. Giuliano; trattarono della libertà di commercio, della sicurezza delle strade, del sale ecc. (5) Pacta III, 54.