119 In mezzo alle tante faccende esterne e di sì grave importanza per la Repubblica, che tennero occupato il governo del doge Sebastiano Ziani, non lasciò questi di aver sempre volta 1’ attenzione anche alle cose del commercio e al miglioramento degli ordini interni dello Stato. Laonde trattati di alleanza e di commercio furono conchiusi con Cremona (1178) (1), Verona e Pisa (1175), e con mirabile sollecitudine fu provveduto alla tutela degl’ interessi del popolo e alla pubblica igiene, eleggendo ufficiali sopranten-denti alle beccherie, ai fornai, alle osterie, ai pollajuoli, ai pescivendoli, da’ quali uffiziali derivarono poi i giustizieri vecchi e nuovi, i daziatori del vino, i visdomini alla ternaria. cioè olii, grassumi ecc. Per aggrandire la piazza di s. Marco (2) era già stata demolita, fin da’ tempi del doge Vitale Michiel II, la chiesa di s. Geminiano posta sulla sponda del canale detto Bataro, che allora scorreva alla metà circa della piazza attuale. Il doge Sebastiano Ziani ne intraprese la rifabbrica nel sito ove fu poi ricostruita nel 1556 con architettura di Jacopo Sansovino, ed ora stendesi un’ ala del palazzo. Ristabilita quella chiesa, fu fatto obbligo al doge e a’ suoi successori di visitarla, dapprima il lunedì di Pasqua, più tardi la domenica degli Apostoli. Alla porta attendevalo il piovano col suo capitolo ; dopo l’incensamento ed il bacio di pace, si celebrava la messa da uno dei Canonici di s. Marco. Nel ritorno si univa all’ accompagnamento il clero di s. Geminiano, fino all’ arco vigesimo terzo delle Procuratie nuove ove si arrestava ; e (1) Fra altri patti : che negli affari di fido di merci e danari non sia permesso all’ una parte, nè all’ altra, d’impedire che il solo debitore per averne il pagamento ; mentre talvolta si tenevano mallevadori tutti i concittadini. v2) Cic. Iscr. IV, p. 8.