2Í8 piombava su individui e città : tutti gl’ impieghi, tutti gli onori ai Francesi ; insopportabili gli aggravi, senza freno le violenze : ob come desideravano allora i popoli il mite governo di Manfredi ! Ma tali frutti danno le speranze poste nel cambiamento de’ signori. Sembra che in questa condizione di cose i Veneziani non si affrettassero molto ad annodare trattati col nuovo signore, giacché solo parecchi anni dopo troviamo documenti di relazioni diplomatiche con esso. A lui invece vol-gevasi tosto 1’ errante imperatore Baldovino II, e segnava un trattato nel 1267 cedendogli l’Acaja, la Morea ed altre isole, colla promessa inoltre che estinguendosi la propria linea la corona passerebbe in Carlo e nella sua discendenza (1), salvi però sempre i diritti e privilegi de’ Veneziani, cui cercava invano di spingere a dichiararsi contro il Paleólogo. I vantaggi della Repubblica se non per le armi, crescevano pur sempre pei trattati : essa avea accettato nel 1261 la dedizione formale di Parenzo e mandatovi podestà Giovanni Cappello : avea conchiuso trattati di commercio con Vicenza (19 giugno 1260) (2) : con Treviso (1265), ove ottenevano i Veneziani, fra altre cose, che vi sarebbero giudici appositi per le loro querele e avrebbero sempre libero il passaggio e l’esenzione da ogni dazio pel loro commercio di transito alla Germania e alla Francia (3) ; con Fermo (1260) (4), con Milano (1268) (5). Nel Levante rinnovava la pace con Guglielmo di Villehar- (1) Ducange, Hist, de Const, nei docum. (2) Poeta ni. 74. (3) Verci, St. della Marca Trevigiana, t. 13, p. 92 nei docum. (4) Lib. Blancas. (5) Pacta IY, p. 81.