47 chiel porta sopra fascia azzurra ed argentea vent’ una moneta. (1). Nuova diversione tentava il re Baldac, movendo contro Gerapoli, ma scontrato da Josselino conte d’Edessa che avea trovato modo di fuggire dal castello, ov’ era tenuto prigione, fu interamente sconfitto e rimase morto sul campo. Ed un ultimo tentativo volle fare altresì il re di Damasco, che, a quanto si racconta, per dar avviso del suo avvicinamento agli assediati, pensò servirsi di quei colombi addestrati in Oriente a portar lettere. Se non che preso dai Cristiani quell’ aereo messaggero, e trovatogli sotto un’ ala il polizzino che annunziava ai Tirii il pronto soccorso, altri vi surrogarono che diceva nuli’ assistenza più avessero a sperare (2). Allora i difensori di Tiro, stretti dalla fame, disperati d’ ogni soccorso, si decisero finalmente a mandare i loro ambasciatori al campo per trattare della resa (8). Fu questa stabilita a patto che ai Tirii fosse permesso di migrare, e quelli che rimanessero, avessero ad essere sicuri nella persona e negli averi. Ma di uesta convenzione furono assai scontenti i soldati cristiani, i quali s’ attendevano il bottino della città, onde tumultuarono e a gran fatica si potè ridurli all’ ordine e all’ osservanza dei patti. Presto si videro sventolare dalla torre principale il regio vessillo di Gerusalemme e vicino ad esso gli altri due del conte di Tripoli e di s. Marco : la città fu (divisa, giusta il convenuto, in tre parti, due pel re, una pei Veneziani, e fu fatto decreto che il giorno 30 di luglio (4), in cui i Cristiani erano venuti in possesso di quella magniti) Cicogna Iscrizioni IV. (2) Di tal fatto nulla dicono Guglielmo di Tiro, Dandolo, de Monacis, nè Michaud. I. di Tiro 1. XIII. Morosini ecc.