370 un anno di faticoso viaggio, non però perduto dai nostri coraggiosi e diligentissimi viaggiatori, che in quello raccolsero messe preziosa di cognizioni, pervennero alla corte di Cubilai, che li vide assai volentieri, gl’ interrogò sulla condizione d’ Europa, de’ suoi principi e de’suoi Stati, delle lingue, della religione acc., le quali cose udendo com’ eran-gli riferite dai Polo, altamente maravigliossi e rimandavali con lettere commendatizie al papa, e con ordini a tutt.’ i suoi dipendenti di lasciar passare senza molestia i due Veneziani. Tempi procellosi ed altre cause ritardarono però la loro partenza, per modo che solo nel 1270 poterono rivedere Venezia. Trovarono che la moglie di Nicolò era morta, ma che sopravviveale un fanciullo nato poco dopo la partenza di lui, e codesto fanciullo, di elevato ingegno e di animo ardito, fu appunto il poi tanto famoso Marco. Ricevute lettere dal nuovo papa Gregorio X eletto il 1 settembre 1274, s’ avviarono insieme col nipote per tornare a Cubilai, il quale molto si allegrò della loro venuta, li onorò e regalò grandemente, e pose speciale affetto nel giovine Marco, onde appena ebbe appresa la lingua, lo mandò in ambasciata in varie parti, lo nominò governatore d’una provincia della Cina meridionale, ed essendogli tornati molto utili nella presa della città di Siangiangfu le catapulte suggeritegli dai fratelli Polo, non sono a dirsi le ricchezze di che li ricolmava. Poi di loro si valse per accompagnare la figlia alle nozze di un lontano principe del Levante, e siccome essi insistevano di voler a quest’ occasione tornare alla loro patria, Cubilai assai mal volentieri li accomiatò, ed essi che ben già conoscevano il paese per terra, vollero questa volta intraprendere il viaggio per mare, e veleggiato il mar della Cina, entrarono per lo stretto della Sonda nel mar Indiano, poi da questo ad Ormuz, e quindi per terra a Trebisonda, donde si re-