389 riforme e i miglioramenti che al pubblico vantaggio stimasse opportuni. Ebbe il Uattaver in seguito anche l’incumbenza di vigilare sui piloti destinati a condurre i navigli nell’ imboccatura del porto (1), come erano altresì di sua spettanza le disposizioni relative pile eredità vacanti, al ricuperamento delle robe trovate e ai tesori scoperti. In fine appartennero in seguito al medesimo magistrato anche i regolamenti ri-sguardanti gli Ebrei. Avea il Comune i suoi beni particolari consistenti in terre, paludi, acque e stabili sotto la sopravvegghianza d’un magistrato detto del Piotego ossia del Pubblico, al quale appartenevano altresì i casi d’usura, che, considerata come funesta alla sorte delle famiglie, stimavasi richiedere la vigilanza della pubblica autorità. Di codesta magistratura si conservano varie sentenze in materia di contestazioni di possesso, nel libro detto Codex Publicorum (2), preziosissimo per conoscere la condizione materiale della città specialmente nei secoli XIII e XIV, e contiene documenti molto antichi presentati alla giunta nominata a ricercare e convalidare i beni spettanti al Comune. IV. Le arti dipendevano per la maggior parte dai Giustizieri vecchi e nuovi, ed altre dai Proveditori di Comun, Unite in corporazioni, chiamate fraglie od anche scholae, ad imitazione di .quelle del romano impero, avea ciascuna i i suoi propri statuti detti Mariegole ( matricole ) scritte in pergamena e con belle miniature, alcune delle quali ancor conservate, fanno conoscere quanto avanti fosse l’arte del-1’ alluminare in Venezia (3). Ogni arte avea il suo capo o (1) Vedi ivarii regolamenti nel Capitolare del Cattaver, p. 112 eseg, all'Archivio. (2) Alla Marciana e all’Archivio. (3) Quelle miniature ci fanno anche conoscere le foggie degli operai a quei tempi. Cosi del Lanifìzio (al Museo Correr) veste lunga, maniche strette, berretto e cappuccio. Vol. II. 50