366 cogli stessi Saraceni, invano opponenti i papi. Già la Traslazione del corpo di s. Marco ci fa conoscere che navigli della Repubblica approdavano in Alessandria, anzi nello stesso secolo troviamo che i Veneziani noleggiavano i loro legni a’Saraceni perfino a scopi politici e militari, come lamenta papa Leone III nella sua lettera scritta a Carloma-gno (1) nell’813, dicendo che i messi mandati da’ Saraceni a trattar di pace erano venuti su navigli veneziani e che, incontrati alcuni legni partiti dalla Spagna, aveanli bruciati. Il qual fatto ci è altra testimonianza del fallito tentativo di Pipino contro la Repubblica nell’810, poiché la vediamo tre soli anni dopo e potente sul mare e libera delle sue azioni. Quindi la serie de’ trattati a tutela del suo commercio cogl’ imperatori d’ Oriente e d’ Occidente in quel secolo e nel susseguente ; quindi le militari imprese nella Dalmazia e contro gli Slavi, i Saraceni, i Normanni ; quindi infine i molti stabilimenti veneziani (2) a Costantinopoli, ed i considerabili privilegi che vi godevano. La violazione dei quali per parte degl’ imperatori diede poi principal motivo alla presa di quella città eseguita dai Voneziani e Francesi sul principio del secolo XIII, onde allora potè dirsi la Repubblica veramente padrona del mar Nero, denominato a que’ tempi mar Maggiore, e stendentesi dall’ Ellesponto fin al mar d’ Azof. Erano gli emporii principali di commercio : Laodicea, che 1’ imperatore Emanuele, nel suo Crisobolo o bolla d’ oro concessa ai Veneziani, qualifica magnani Laodìceam, Bursa nella Bitinia, Calcedonia ora Sen-tari nel Bosforo Tracio, Eraclea, Sinope, Nicea, Nicomedia, (1) Assemani Script, rer. if. t. ITI, 194. (2) Vedi le donazioni alla chiesa di s. Giorgio fatte dal doge Vitale Falieri 10901 di beni posseduti in Costantinopoli, e nel 1147 furono mandati ambasciatori all’ imperatore per l’osservanza dei privilegi della chiesa di s. Giorgio di Rodosto, e dei possedimenti in Costantinopoli. FI. Corner Vili, 222.