61 ciata la Dalmazia, non tardarono ad acconsentire alla proposta alleanza, e per assalire il nemico comune anche dalla parte di terra, tentarono di far entrare nella lega eziandio l’imperatore Corrado, al quale mandarono a quest’ oggetto ambasciatori (1). Già avevano pei precedenti trattati in Costantinopoli possessioni, chiese e monasteri (2), si servivano colà dei propri pesi e misure, e quando nel 1147 vi si recarono ambasciatori Domenico Morosini ed Andrea Zeno, i loro privilegi vieppiù s’ampliarono, tanta era la debolezza di quell’ impero che sì larghe concessioni facea agli stranieri ! E nello stesso tempo la pomposità dei titoli, il linguaggio tuttavia altero e millantatore faceano strano contrasto coll’ abbassamento reale delle forze, e coi patti che il nuovo crisobolo di Manuele concedeva ai Veneziani (3). Confermato al doge in perpetuo il titolo di protossbaste o principe augusto ; al patriarca di Venezia quello d’ hyper-tenus od eminente con relativi emolumenti ; un dono annuale alle chiese di quella città e uno particolare a s. Marco da pagarsi, come già pel crisobolo d’Alessio, dagli Amalfitani : la chiesa di sant’Andrea a Durazzo sarebbe dei Veneziani : e tutto ciò era nulla a petto de’ privilegi commerciali. Aveano a godere di piena esenzione dai dazii sopra ogni specie di merci ; la preminenza per ogni riguardo (4), sì nel transito che nello scarico, nell’ acquisto e nella vendita ; e che nessuno avesse ad opporsi, essendo essi « probi e veri fedeli dell’ impero e aiutatori di esso contro i suoi nemici, come promettevano di essere sino alla (1) Ann. Bosov. Otto Frisigen. 1. I, c. 23. Ann. Murat. ad a. 1146. (2) Flam. Cora. Vili, p. 282. Oic. Iscrie. IV, 251. (3) TAber albus a. 6656 cioè 1148 e Pacta II, 107. Marin III, p. 63. (4) In omnibus mini locis mgotiationis data rat limitici eis ab imperio meo superiori» debent esse. Ibid.