268 soldati e studiava cattivarsene 1’ affezione. Giunto al sommo potere, come tutore del piccolo Giovanni nipote di Va-tace, ei disegnò fino d’ allora di usurpare il trono al suo pupillo e far risorgere 1* impero greco a Costantinopoli. Già sicuro dell’appoggio dell’esercito, volse la mente a procacciarsi quello del resto della popolazione, mitigando il rigor delle tasse, proteggendo i dotti ed i letterati, favoreggiando il clero. Così avvenne che nel 1260 fu gridato imperatore e da quel momento la presa di Costantinopoli fu decisa. Baldovino tentò invano la via dei trattati ; i Veneziani non mancarono di mandar soccorsi sotto il comando di Marco Gradenigo che respinse per breve tempo il nemico; fecero un accordo (1260) coi principi della Mo-rea e dell’Arcipelago, per sussidiare Costantinopoli (1). Luigi IX con sua lettera patente apriva un prestito di lire mille turonensi a favore dell’imperatore (2) ; il doge Eenier Zeno altresì avea dato facoltà al suddetto Marco Gradenigo di contrattare a Costantinopoli un prestito di tremila iper-peri pei bisogni delle truppe in quelle parti (3), ma erano sussidii insufficienti, che la fiacchezza estrema di quello Stato e l’odio che i Greci portavano ai Franchi rendevano sempre più manifesta l’impossibilità di salvare l’impero. Paleologo intanto visitava in persona le fortezze della Tracia, e ne accresceva i presidii. Scacciati ch’ebbe i Latini dagli ultimi loro possedimenti nelle provincie, diede l’assalto al sobborgo di Galata ma infruttuosamente, mei’cè i nuovi soccorsi dei Veneziani, i quali, come attestava Innocenzo IV in una sua lettera del 1253, erano quasi i soli che ancor sostenessero il peso della difesa di Costantinopoli, e nei molti trat- (1) Pacta I. fi2. (2) Cod. Marciano XXXVII, lat. cl. XIV. (3) Cod. XXXVII.