DALL’IMPERO A SAN MARCO L’invasione magiara, che ebbe come conseguenza a Trieste l’organizzazione della vita cittadina sotto [la presidenza del vescovo, ebbe ben altre conseguenze nell’ordinamento dell’Italia, giacché il duca della Baviera, dopo aver ripetutamente battuto i Magiari sui suoi confini, per impedire a loro di rivalersi sui confini italiani occupò la Marca veneta. Si venne così a un nuovo smembramento dell’Italia, sanzionato da Ottone I appena discese la prima volta nella Penisola. L’Istria, il Friuli e la regione di Verona, riunite in una Marca (detta veronese e aquileiese), furono poste alla dipendenza del duca della Baviera e annesse alla Germania. Era l’anno 952. Intendimento più vero di quest’annessione fu il dominare i valichi delle Alpi Giulie e l’aver sicura entrata nella Penisola. Nel 976, staccata dalla Baviera la Carinzia, la Marca veronese e aquileiese rimase subordinata a questa: dentro la Marca l’Istria e il Friuli si formarono in entità speciali, soggette all’autorità di un conte. Sotto le Alpi e dentro il territorio della Marca, l’impero ampliò la potenza temporale dei Patriarchi d’Aquileia, la quale, innalzandosi, rese sempre più tenue la dipendenza del Friuli dalla signoria transalpina. Anche il conte d’Istria fece rapidamente autonomo il suo governo. Alla fine del x secolo la provincia istriana apparisce come marchia a sè stante: e come tale, come persona politica bene individuata, la considerarono i Veneziani nel 991, quando la trattarono a guisa di paese nemico. Non ostante, poi, il governo della marchia, le città della costa, appunto per ragioni inerenti alla loro relativa autonomia e alla loro doppia vita, marittima e terrestre, riconoscevano