CONTINUE OSTILITÀ CONTRO L’AUSTRIA 285 Non cessò la sorda ostilità dei cittadini, né ebbero line le loro relazioni politiche col Patriarcato. Nel 1386 i Triestini erano accusati di aver voluto, d’accordo con quei di Muggia, dare Tsola al Patriarca. -Secondo un’altra accusa, invece, un tale Bonascuto d’isola, con alcuni amici suoi, avrebbe cospirato coi Triestini per far avere a questi, con tradimento, Muggia. In quello stesso anno un Giovanni di Trieste, capitano di fanti, combatteva per Cividale e per l’Alengon contro la Lega friulana e chiudeva a questa il passo di Bregogna. L’anno seguente il conte Ugo aveva contese coi sudditi patriarcheschi dellTstria. Le tragiche vicende di quei pochi anni devono aver cacciato da Trieste molti cittadini, o fuggiti o sbanditi. Solo così si spiega che tanti fossero in servizio militare di Venezia nel 1387. Nell’agosto di quell’anno una commissione speciale e il Comune di Udine attestavano la buona condotta dei soldati Monto, Cristoforo Caristia, Andrea Boracio, Alessio, Marco Montanaro, Giovanni Novello, Pietro Stoiano, Ettore Ganoro, Stefano di Castelnuovo e Francesco Bandela, tutti triestini e tutti in Friuli, al soldo della Repubblica di San Marco. Il duca Alberto, succeduto nel 1386 a Leopoldo, tentò abbonire e racchetare la città. Nel 1388 fece un’importante concessione: restituì al Comune una parte dell’entrate e dei dazi che spettavano a lui per il patto del 1382. Ma poco giovò. In quel tempo la rinuncia di Filippo d’Alen