PREFAZIONE XIX chivio civico ») che fu compilato nel 1833 da certo Hattinger: quivi ho attinto anche notizie derivate da documenti, che andarono perduti prima del riordinamento dell’Archivio comunale. Ho consultato inoltre e partitamente studiato quel disordinato, ma davvero prezioso tesoro di notizie, che è stato radunato, con passione inesauribile, verso la metà dell’800, da Luigi de Jenner. Contiene, adoperato senza critica, con molte inesattezze e senza conoscenza di storia, un amplissimo spoglio dell’Archivio comunale, tutto manoscritto e inedito e diviso in quattro grossi volumi di Annali, in un altro volume separato intitolato Annali Tergestini dall’anno 1 dopo Cr. sino al 1846, in due volumi sulle Chiese della Città e del suburbio, in due volumi di Genealogie e in uno nominato Saggio di memorie delle vite degl’uomini illustri di Trieste dal secolo xm sino al secolo xvn. Dentro questa cospicua raccolta, capace di dare l’avvìo a molti studi, ho trovato alcune rare note manoscritte di Carlo Gregorutti, pregevoli soprattutto per la rivoluzione del 1468. Per gli avvenimenti dopo la metà del Cinquecento, sino al 1565, ho potuto sfruttare le Scritture di Gerolamo Garzoni, conservate alla Bartoliniana di Udine e contenenti lettere, suppliche, documenti e memorie scritte da quel giureconsulto, che fu, a Trieste, prima giudice del malefizio e poi vicario del civile, dal 1562 al 1566. Allo studio del medesimo periodo fu profìcua la consultazione dei documenti contenuti in una cartella dell’Archivio comunale, alla quale il Kandler ha messo un titolo molto improprio (Risse e zuffe fra patrizi), ponendovi però dentro alcune carte a cui quel titolo più esattamente si conviene. Un’altra raccolta mi fu generosa di notizie: il cosidetto Codice piccardiano, larga collezione settecentesca di documenti di carattere specialmente municipale, attribuita a Aldrago de Piccar di e conservata nell’Archivio comunale. Ho veduto egualmente la parte inedita della Storia di Trieste del Kandler e le sue « Aggiunte »,