IL « NUMERUS TERGESTINUS » 37 Questa fu allora l’ultima invasione, che tentassero nella direzione di Trieste. Si attribuisce tale fatto all’organizzazione militare che l’impero bizantino, e per esso l’esarcato d’Italia avevano dato alla provincia istriana. Essa era già costituita come thema, cioè come provincia militare di frontiera; era retta quindi da una magister militum. Dopo la triste prova del 611 si pensò a una sistemazione più concentrata e più legata agli interessi del paese bisognoso di protezione. Trieste costituì il nucleo di questo nuovo organismo posto a difendere la frontiera italiana, che si chiamò numerus tergestinus. I « numeri » erano formazioni comandate da tribuni, composte specialmente da limitanei e da veterani e destinate alla difesa delle frontiere, su cui dovevano creare castelli e fortificazioni. Prevalsero in esse, sino ad avere l’esclusività, le truppe territoriali indigene. « Numero » si chiamò anche il territorio occupato e difeso da queste truppe e il municipio, a cui dintorno esse si concentravano: fu, di conseguenza, un organismo politico-militare dotato di speciale autonomia. II numero triestino — vera filiazione della colonia romana, di cui ereditò il patrimonio ideale e militare — si estese sul territorio stato sotto la giurisdizione dell’antico municipio. Esso ebbe il compito di difendere presso le Alpi il confine italiano orientale contro gli Slavi e, sui Carsi (sopra il Frigido, l’Isonzo e il Timavo), i confini dellTstria contro i Longobardi. Trieste pertanto ebbe allora per la prima volta quella missione particolare di difendere la terra italiana contro Germani e contro Slavi, che costituì poi la sua storia e il suo onore nei tempi moderni. Per quasi un secolo e mezzo la linea tenuta dal numero triestino non fu oltrepassata più né da Barbari, né da nemici. Ma per un eguale spazio la storia non sa dirci altro di Trieste e tace ostinatamente il suo nome.