32 DOMINIO DEI GOTI e quasi nascosta sotto le pareti dei Carsi. Almeno così appare da quanto offrono i documenti storici, benché una tradizione antica dicesse sconvolta dall’uragano unno-germanico-slavo non pure Aqui-leia, sì anche lTstria. Una leggenda, che chiamava « palazzo di Attila » alcuni ruderi giacenti in Valcatino presso il Timavo, dava a quel Re una dimora vicina assai di Trieste. Un’altra leggenda annoverava tra i difensori di Aquileia un Baiolo da Trieste: il personaggio è fantastico parto d’imaginazione popolare (baiolo da baiulus — facchino?), ma dalla favola intessuta col suo nome esce simbolicamente raffigurata l’anima della città nostra, per tanti secoli contrapposta alla barbarie. Quelle torme di Latini, che, nel 488, abbandonarono in massa il Nòrico e si ritirarono nella Venezia e nellTstria, passando verosimilmente anche per Trieste, portarono presagi di nuove sventure. Invece l’invasione dei Goti, compiuta l’anno seguente e fatta vittoriosa sull’Isonzo, si svolse senza devastazioni. Anzi, disse allora papa Gelasio che infine era stato concesso agli Italiani di respirare. Le operazioni compiute da Teodorico per chiudere quelle frontiere giuliane che aveva troppo facilmente varcate, dovettero rassicurare gli Istriani e i Triestini, più degli altri esposti. I quali però, causa la barbarie e l’anarchia scatenate dalle trasmigrazioni nelle regioni transalpine, è a credere perdessero la possibilità di continuare i loro antichissimi traffici. Vorremmo riferiti anche a Trieste, i titoli di bellezza e di ricchezza che Cassiodoro, ministro del successore di Teodorico, attribuì allTstria nella lettera diretta ai provinciali l’anno 526 o 527. Ma più convengono ad essa, centro d’un organismo posto immediatamente sotto la frontiera alpina, sotto i munimina Italiae, le notizie militari. È facile che avessero specialmente sede nel Triestino quelle comitatenses excubiae, truppe provinciali destinate alla difesa dei confini, che Cassiodoro ricorda nella stessa lettera. Durò poco il dominio dei Goti a Trieste. Nel terzo anno che li combatteva (539), l’esercito di Giustiniano s’impadronì della Venezia marittima e dellTstria. Molto valore alla provincia, che fu una delle principali basi dell’azione militare condotta contro i Goti, diede il dominio romano-bizantino, poi che ricostituì l’unità italiana. Nel 552 Narsete passò con tutto l’esercito greco o per la via diretta da Tarsàtica (Fiume) a Aquileia o attra-