Pace ai morti di Lissa 397 va a bordo il Re incontrò il convoglio, fra le salve dei cannoni e l’urlo delle sirene, in cima al pennone della “Tegetthoff ” fu segnalato: «Pace ai Morti di Lissa ». Venezia esultava come nei giorni fausti della Repubblica: i marinai schierati ai posti di manovra, la veneta marina e la riva degli Schiavoni erano gremite di folla plaudente fra lo scampanio grave di San Marco: ecco l’istante del brivido irrefrenabile, della comunione degli spiriti, della esaltazione ideale, premio di tutti i sacrifici. Il giorno prima, in una sala milanese, Benito Mussolini, direttore del Popolo d’Italia, aveva fondato i Fasci di combattimento per reagire alla estrema decadenza politica dell’Italia mentre la pace si preannunciava indegna, all’interno e all’estero, dello sforzo compiuto. Ma Mussolini e i suoi fedeli furono ostentatamente ignorati per molti mesi dagli stessi giornali che si dicevano nazionali ed invocavano ordine e autorità, sempre chiusi nella sordida, retriva visione di un ritorno al meschino andazzo liberale. Quello stolto silenzio era forse ispirato dal presentimento che Mussolini non sarebbe stato il restauratore del vecchio sistema, ma il creatore d’un ordine nuovo che avrebbe spodestata la vecchia, insufficiente classe politica. È probabile che Cagni non abbia nemmeno conosciuta la notizia del raduno di piazza San Sepolcro dal quale si era iniziata proprio la rinascita da tant’anni invocata daH’ammiraglio nemico del parlamentarismo. Intanto si aggravavano i disordini interni. Dopo aver assistito a Trieste alla consegna della medaglia d’oro a D’Annunzio, Cagni avrebbe voluto prendersi una licenza, ma dovette scrivere ai familiari: « Come prevedevo, è impossibile che io mi muova in questi momenti di ansia trepidante per le popolazioni, specialmente per quelle di Veglia e di Arbe che fanno veramente pietà. Ricevo telegrammi da Parigi ai quali devo rispondere subito. Si tratta di informazioni importantissime che io solo posso dare. Si avvicina anche il Io maggio nel quale quest’anno si tenteranno dimostrazioni bolsceviche, e tu e le bambine comprenderete che non devo allontanarmi dal mio posto ». Giungevano anche notizie allarmanti da Parigi. Sem Benelli gli scrisse: « Potei influire, giungendo a buon punto, sulla rot-