296 ALTRI DIPINTI SU TAVOLA Esso è quasi libero dagli influssi gotici sentiti da Paolo e sviluppati anche più da Lorenzo. La ripetuta figurazione di santa Chiara e quella dei santi triestini provano che fu eseguito per commissione del nostro monastero delle Clarisse. Se sia stato dipinto a Trieste, non sapremmo dire, benché Apolenar per Apollinare possa essere una forma del dialetto locale. Il Venturi l’ha già accortamente avvicinato al polittico deU'Accademia Veneziana, distinto col n. 21, e che il Serra dice proveniente dalla chiesa di santa Chiara di Venezia. Forse non è del tutto inopportuno ricordare che monache coi nomi Chiara, Agnese, Cat-terina e Margherita, cioè coi nomi delle sante raffigurate nelle portelle, si trovavano dentro il convento triestino nel 1334. Nella cattedrale si conservano un altro polittico trecentesco (fig. 65) e un frammento di tavola della stessa arte. Il polittico, che godette la leggendaria attribuzione al Giottino, è molto guastato da rifacimenti posteriori: alcune figure tuttavia, e specialmente il pannello centrale, sono discretamente conservati. In questo è il Cristo in croce, con la Madonna e san Giovanni. Nei pannelli di destra stanno sant’Andrea, san Giacomo e san Tomaso, negli altri san Pietro, san Nicolò (?) e san Bartolomeo. Nei pennacchi degli archi trilobati della cornice due cherubini, ai lati della Croce, e i busti dei santi Ermacora e Fortunato, Lorenzo e Vincenzo, Stefano e Canciano. È di stile veneziano tra il 1350 e il 1380. Allo stile medesimo e a questo periodo appartiene anche il frammento di polittico su citato. Si vedono le cuspidi dei pannelli che contenevano alcuni santi e la Croci-fissione: ai lati della cuspide centrale 19 scena dell’Annunciazione. La Madonna seduta in un trono ricco d’architetture sta a destra della cuspide; Gabriele, in veste verde scuro su fondo cinabro, la benedice dicendo ave, dalla parte opposta. Di sopra il dipinto è delimitato da una lista scaccata di bianco e nero. L’opera più vasta di pittura compiuta nel Trecento a Trieste furono gli affreschi, con cui il vescovo Pedrazzani ornò, tra il 1302 e il 1304, la cattedrale. Poco dopo il 1900 furono trovati sulle pareti della nave centrale parecchi frammenti di affreschi, con rari pezzi di figura. Erano i resti di quelle figurazioni del Nuovo e del Vecchio Testamento che,