IO LA GUERRA ISTRIANA una minaccia alla sua sicurezza, perché, tenendo in mano le chiavi delle Alpi Venete, avevano la possibilità di far entrare in Italia il Macèdone o altri popoli barbari dellTllirio, avversi al governo romano. La guerra del 183 fu interrotta per ragioni politiche, quando il console Marcello era già penetrato nellTstria attraverso i Carsi oppure oltre il Timavo, lungo la costa. Allora per la prima volta i Tergestini sentirono passare o vicino o dinanzi alle loro povere case le aquile di Roma, che già correvano vittoriose il Mediterraneo, l’Adriatico, l’Italia superiore e l’Illirio, e le videro ritornare ad Aquileia. Le avvistarono da capo nel 181, quando il pretore C. Fabio Buteone diede un esempio agli Istri, che cercavano d’impedire la costituzione della colonia aqui-leiense. Poi le videro ritornare ancora, l’anno 178. Mentre facevano parte dellTstria, i Tergestini obbedivano allora al piccolo Re Aipulone o Epulone — regulus Aepulo, dice Tito Livio — presso al quale saranno stati rappresentati da uno di quei parecchi capi, di cui lo ricorda circondato la storia. Questi, allorché il console Manlio Vulsone, nel 178, mosse da Aquileia alla conquista dellTstria e dei confini orientali, lo attesero presso il Timavo: quivi, sul confine, il console pose i primi accampamenti e raccolse la flotta del duumviro Furio. E da quella linea proseguì l’avanzata. Mandò le navi «nel prossimo porto dellTstria » dice Livio (quindi, o nell’insenatura di Servola o nel vallone di Zaule) e si trincerò sul piano càrsico, probabilmente là dove sboccano le vie istriane in direzione di Aquileia. Livio dice soltanto: « a 5000 passi dal mare », cioè dal punto dove stava la flotta. Secondo il De Franceschi e il Benussi tale posizione sarebbe nelle vicinanze di Basovizza, di fronte alle montagne che si levano in quel punto: infatti sul monte Grociana ci sono le rovine di un forte castelliere istriano e potrebbe essere quello attorno a cui si fermarono gli Istri. Secondo il Marchesetti le legioni romane si sarebbero trincerate sul dosso tra Montebello e Cattinara, ove si trovano spesso cocci romani e più facili sono le comunicazioni col mare. In ogni modo fu nelle immediate vicinanze della borgata tergestina. La quale, in un giorno d’autunno, apprese e forse vide che la seconda legione romana era stata sbaragliata e rigettata sino al mare con pànico e disordine dagli Istri, rimasti padroni del campo romano nonostante l’eroico sacrificio del pretore Strabone e dei suoi soldati; seppe