XVIII PREFAZIONE un’opera organica. Ho creduto che il tempo fosse opportuno a tentarla. Questa mia storia osa pertanto uscire senza essere fondata principalmente o esclusivamente su nuove ricerche d’archivio. Il che — è ovvio — non esclude che queste sieno state compiute nella misura ritenuta necessaria per il carattere dell’opera stessa. I principali documenti dell’Archivio comunale sono noti, né — credo — v’è più alcuno che possa rivelare fatti nuovi di decisiva importanza. La mia narrazione e composta nelle linee generali tracciate per la storia triestina nella mia opera francese La Vénétie Julienne et la Dalmatie, voi. I, riassumendo e sintetizzando (con criteri che mi lusingo sieno onestamente originali) tutto il vastissimo materiale bibliografico sinora edito. Nuovi studi, compiuti dopo la pubblicazione di quell’opera e in condizioni più agevoli, mi hanno permesso di riesaminare sulle fonti originali molti fatti, di cui allora avevo accettato le versioni date da altri studiosi. Ho riveduto, nell’Archivio comunale, i tre splendidi codici degli Statuti, soffermandomi specialmente su quelli del 1350 e del 1365. L’esame del Liber Reformationum, il grande e magnifico codice che contiene provvisioni di Consiglio dal 1410 al 1428, ha reso possibile correggere e aumentare nei dettagli alcune notizie già conosciute di quell’importantissimo periodo. Altrettanto dicasi dei libri dei procuratori e dei camerari della fine del XIV secolo, dove però invano ho cercato più luce per gli avvenimenti del 1382 e degli anni seguenti. Utili mi sono state le Historie del Friuli di M. A. Nicoletti, che si conservano manoscritte nell’Archivio comunale. Qualche rara notizia ho trovato in un folto gruppo di pergamene e di carte inedite, che provengono dal convento dei SS. Martiri, vanno dall’anno 1205 al 1712, e sono conservate ora nel R. Archivio di Stato. Di maggior pregio è un quaderno manoscritto, contenente un minuto spoglio d’archivio (« memorie tratte da 300 quaderni dell’Ar-