IL MUSAICO NELL’ABSIDE DEL SACRAMENTO che ha mistiche emanazioni luminose, armoniosamente fuse coi pieni, densi accordi coloristici delle vesti e degli ornati. La tecnica del grezzo e del marmorino s’intona con lo stile per dividere in due tempi questo musaico absidale, che è del più puro stile bizantino: al più antico appartengono gli arcangeli e la fascia: al più recente la figura della Madonna, di cui parleremo altrove. Però questa che appare fu completamente rifatta nel xil secolo ^1 posto di eguale figura allora caduta o rovinata. Il musaico del catino non è certo contemporaneo a quello degli Apostoli. Le operazioni fatte nel 1863 mostrarono che esso fu preceduto da pitture a fresco, di cui si rinvennero frammenti con disegni archi-tettonici a chiaroscuro. Gli arcangeli che portano il lungo bastone fiorito e la sfera con dentro la croce sui gradini, se iconograficamente presentano un tipo frequente, stilisticamente non hanno esempi di riscontro. Unica, anche iconograficamente, è la mirabile fascia con quei riquadri: secondo il Righetti, i busti degli angeli sarebbero i dettagli migliori di tutto il musaico, riguardo al disegno. Il quadrato con la mano di Dio si trova in musaici del vile dell’vili secolo. Anche per gli arcangeli è istruttivo il confronto con quelli che sono nella calotta absidale della navata destra nel duomo di Torcello; quelli di Trieste non hanno né «l’intonazione sporca e squallida », né « le pieghe pesanti e piatte », né « la [mancanza di chiaroscuro e di rilievo » (sono parole del Testi) che hanno i loro simili di Torcello. Sono invece di bellissima arte bizantino-veneta, disegnati con maestà e pieni di colorazioni armoniose e profonde. La concezione è strettamente frontale e lineare, ma c’è un’ultima trasparenza di forme sotto il panneggio riccamente drappeggiato. Se, come opina il Diehl, quelli di Torcello appartengono ancora al secolo xi, quelli di San Giusto spettano almeno al secolo precedente. Un’assegnazione all’xi secolo è esclusa per il musaico triestino, anche giusta i riferimenti storici: poiché la chiesa triestina in quell’epoca fu in tanta povertà (vedi in altro capitolo, agli anni 1081-1082) che non avrebbe potuto provvedere a una decorazione lussuosa, com’era un musaico d’arte così pregevole su fondi d’oro. Al musaico ora descritto appartiene l’iscrizione che lo divide dal musaico degli Apostoli e che, sebbene abbia già caratteri romanici in Storia di Trieste, vol. I. 8