i6o LA POLITICA DI VENEZIA sua espansione. Per valutare certi gesti e certe lotte dei Triestini non c’è bisogno di pigliarsela con Venezia, scagliandole contro, come contro un « tiranno », la bolsa rettorica del Verbo democratico. La sua era un’alta posizione storica, contro la quale i minori si difendevano anche eroicamente, ma inutilmente, perché non sentivano e, probabilmente, non potevano sentire le sue ragioni superiori, né potevano antivedere il futuro. Ma proprio i contemporanei che stavano fuori dell'orbita veneziana intendevano certi valori decisivi della sua politica. Aveva detto nel 1080 il Boncompagno sul conto di Venezia: liber-tatem italicam in altiore gradu conservai. Riconobbe sul principio del xiii secolo il tedesco Beheim, che Venezia difendeva l’Italia: Italiam incolumat, scriveva. In mezzo a molti interessi materiali, alle quistioni economiche e politiche contingenti e alle altre cause che regolarono lo sviluppo della grandezza di Venezia nell’Adriatico, la funzione rilevata da quei due scrittori dà, quasi diremmo, la tonalità dominante. In modo speciale nella Regione giuliana. Né fa d’uopo di supporre un piano prestabilito e una continua volontà nazionale in Venezia: le parole su citate manifestano la verità essenziale della sua politica in Terraferma e nell’Adriatico, quale apparve nelle sue conseguenze storiche, quale nei suoi influssi, più spesso né previsti, né prevedibili. I benefìzi arrecati da Venezia alle genti italiane, anche a Trieste dunque, furono sovente una trascendenza dei suoi disegni. Ma furono non di rado, tuttavia, prodotto della sua coscienza politica e del suo vero sentimento. Trieste si trovò nel xiii secolo, come poi nel xiv, quasi nel centro focale delle lotte combattute tra lo Stato patriarchesco, che voleva discendere o mantenersi in Istria, lo Stato veneziano, che gli contendeva la strada e i possessi, e gli stranieri, che stavano addosso più alla città che agli altri Giuliani e cercavano approfittare delle lotte altrui. Giaceva la città nel punto d’incontro tra l’Istria e il Friuli e nel seno di mare più vicino e più facilmente raggiungibile dagli Oltramontani, in opposizione quasi diretta a Venezia. Perciò tutte le tendenze politiche trovarono la strada delle sue porte e vi entrarono, trascinandola ora in una lotta ora nell’altra. Presa in mezzo, nel punto d’interferenza di tante forze ostili, ritrasse più rovine che vantaggi.