LA RISCOSSA DEI FRIULANI scosse e riprese le trattative col conte di Gorizia. I due, trovatisi al parlamento di Cividale, decisero di riportare le loro truppe sotto Trieste. Infatti, il 17 giugno, il numeroso esercito friulano-tedesco apparve sull’altura di Contovello: scendeva contro Romagna. La versione di quanto successe allora è duplice. Dicono i Friulani e i Triestini che i Veneziani, allarmati e spaventati dal gran fracasso che producevano le masse friulane con le armi fragorose e coi rombanti carriaggi, abbandonassero la grande bastita e il campo e si rifugiassero sulle navi, senza attendere nemmeno la battaglia. Ammettono alcuni Veneziani che l’esercito del Morosini, sopraffatto da forze di gran lunga superiori, si rompesse da sè stesso e fosse battuto. Certamente l’esercito veneziano, inferiore di forze, non poteva illudersi fig. 46: urna argentea per le reliquie di san Giusto (xm secolo - duomo) di essere in grado di resistere a un serio assalto dei suoi avversari. Le aggiunte alla Cronaca del Dandolo narrano che l’esercito si ritirò in Istria, abbandonando l’assedio. Il Morosini, ritornato a Venezia, fu arrestato, condotto dinanzi agli avogadori e condannato « giusta i suoi demeriti ad esempio di chi aveva a venire ». Trieste sonò le campane e aprì festosamente le porte: i suoi uscirono e distrussero tutto quel complesso di edifìci e di fortificazioni che i Veneziani avevano eretto a guisa di città. Ma non finirono le tribolazioni triestine.